Sarà un giudice a decidere se l’aula è affollata

La causa promossa dal Codacons contro le cosiddette "classi pollaio" ottiene il via libera del Consiglio di Stato. E' la prima azione collettiva promossa contro la pubblica amministrazione. Ma la Gelmini: un falso problema

Sarà un giudice a decidere se l’aula è affollata

Roma - No agli alunni come polli in batteria. Anche il Consiglio di Stato boccia le classi troppo affollate e, come già aveva fatto il Tar, ingiunge al governo il varo del piano generale per l’edilizia scolastica. La class action promossa dal Codacons, l’associazione a difesa dei consumatori, è la prima azione collettiva contro la pubblica amministrazione e centra il suo obbiettivo «formale»: il ricorso del ministero dell’Istruzione contro la decisione dei giudici amministrativi è stato respinto.
Ma il vero nodo da sciogliere è quello delle classi troppo affollate e la questione, assai complessa perché finisce per coincidere con la ben più ampia problematica della sicurezza degli edifici scolastici, non è purtroppo risolvibile con una sentenza.
Subito dopo aver saputo che il Consiglio di Stato aveva respinto il suo ricorso il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini ha fatto sapere che il piano generale per l’edilizia sarà presentato al più presto. Il piano peraltro è previsto da un decreto varato da questo governo dunque in sostanza il Consiglio di Stato sollecita il ministero a concretizzare quanto già programmato. Sarà poi il ministero delle Infrastrutture a gestire i fondi stanziati dal Cipe per il finanziamento degli interventi che dovranno essere realizzati da Province e Comuni nell’ottica di assicurare prima di tutto la sicurezza degli alunni e poi anche la qualità della didattica.
E il Consiglio di Stato infatti non si limita a chiedere classi meno affollate ma ricorda appunto come il decreto del 2009 imponga al ministero dell’Istruzione di concerto con quello dell’Economia di elaborare «un vero e proprio atto generale a natura programmatica avente ad oggetto la riqualificazione dell’edilizia scolastica, in specie di quelle istituzioni non in grado di reggere l’impatto delle nuove regole introdotte con riguardo alla formazione numerica delle classi».
Ma quali sono i limiti alle classi imposti sempre da quello stesso decreto? Il tetto massimo di alunni per classe è di 26 per la scuola d’infanzia, elevabile fino a 29; 26 anche per la primaria, elevabile fino a 27; 27 per le medie ma si può arrivare fino a 30; 27 pure per le superiori, elevabili fino a 30. Nel caso della presenza di un disabile non si può andare oltre i 20.
Come vanno le cose nella realtà? Per la Gelmini quello delle classi affollate è un falso problema ed il ricorso del Codacons è totalmente infondato perché la situazione da polli in batteria evocata dall’associazione coinvolgerebbe soltanto lo 0,4 per cento del totale delle sezioni. Non solo. Il problema, sostiene sempre il ministero, riguarda soprattutto le superiori ed in realtà è conseguenza diretta delle scelte delle famiglie che insistono per iscrivere il proprio figlio nella sezione ritenuta migliore mentre magari nella classe accanto il tetto non è raggiunto. Non è così, replica però il Codacons che prima di tutto osserva come se anche riguardasse soltanto lo 0,4 si tratterebbe comunque di 1.500 classi per un totale di 45.000 studenti.

L’associazione aggiunge poi che dal monitoraggio eseguito sempre nel 2009 era emerso che erano ben 12.000 gli istituti che presentavano criticità e classi affollate: ad esempio 1.330 soltanto nel Lazio, 1.026 in Lombardia, 1.259 in Sicilia.

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