Adalberto Signore
da Roma
Il malore di Montecatini ha lasciato il segno. Non tanto su Silvio Berlusconi, che al suo rientro a Roma sembra in buona forma, quanto sulla gente. Che - ancora negli occhi le immagini del Cavaliere sostenuto dalla sua scorta - lo accoglie davanti allingresso di Palazzo Grazioli a suon di applausi e strette di mano. Lex premier, abbigliamento casual e cappellino blu con visiera, ringrazia e ricambia. Con un solo rammarico. «Se avessi tirato lultimo respiro a Montecatini, mentre parlavo di lasciare in eredità una grande forza liberale, sarei diventato un mito. Invece - sorride - sono stato sfigato...». Poi, una battuta il Cavaliere se la concede anche con una giornalista di Sky. «Presidente abbiamo la troupe lontana, ci dà qualche altro minuto per registrate le immagini», chiede lei. E Berlusconi: «Non si preoccupi, avrà modo di farlo domani». «Mi dia questa soddisfazione», insiste la cronista. E lex premier non perde loccasione. «Io - dice con un sorriso - le darei tante soddisfazioni...».
Battute a parte, il leader di Forza Italia torna sul malore di Montecatini rassicurando i suoi sostenitori. «Sto bene e continuerò a battermi», spiega. E ringrazia per le tante «manifestazioni di affetto arrivate in questi giorni». «Siamo stati invasi - dice - da una marea di telegrammi, telefonate, lettere, sms. Voglio dire grazie a tutti coloro che mi sono stati vicini e a cui non potrò rispondere singolarmente. E rassicurare sulla mia salute e sulla volontà di continuare a battermi come ho fatto in questi tredici anni».
Sulla manifestazioni di oggi, Berlusconi è ottimista. «Sarà la giornata di tutti noi che amiamo la libertà», dice. E ancora: «Una manifestazione straordinaria per far capire al governo che non può continuare a comportarsi così». «Ci saremo tutti - aggiunge - ma senza spallate, perché quella è uninvenzione dei nostri avversari e della stampa avversa». A cinque giorni dal malore di Montecatini e a tre dal ricovero al San Raffaele, Berlusconi è dunque pronto a tornare in pista. Oggi, dal palco di piazza San Giovanni, lex premier aprirà il comizio (poi toccherà a Umberto Bossi e infine a Gianfranco Fini) chiamando a raccolta «il popolo di centrodestra» e «tutti quegli italiani che amano la libertà e vogliono protestare contro questo governo che tinge la penna nellideologia e ha prodotto una Finanziaria piena di tasse e controproducente per il Paese». Un esecutivo, ripete davanti allingresso di Palazzo Grazioli, «che ha messo in piedi un Grande fratello con cui spia gli italiani», che «non solo mette le mani in tasca ai cittadini, cosa che noi non abbiamo mai fatto, ma che punta a limitarne la libertà economica, intriso comè di ideologia».
Lintenzione, dunque, è quella di dare «un forte segnale allesecutivo». Anche se, concordavano ieri Berlusconi e Gianfranco Fini durante un pranzo a Arcore, «dobbiamo valutare attentamente quante persone saranno in piazza». E questo dipenderà in parte dal tempo e in parte dalle cosiddette adesioni spontanee. «Le previsioni - confidava il Cavaliere - sono molto buone, perché il malessere e linsofferenza verso Prodi è altissima». Però, ragionavano i due, «la partecipazione va prima verificata attentamente». Se, come sperano gli organizzatori, si arrivasse infatti al milione di persone, «la manifestazione di piazza San Giovanni diventerebbe un fatto politico rilevante da cui il centrodestra potrebbe ripartire in prospettiva futura». Con buona pace di Pier Ferdinando Casini, che ha invece deciso da tempo di radunare i suoi a Palermo. Berlusconi, infatti, continua a guardare al partito della libertà che, necessariamente, dovrà prima passare per la federazione dei partiti del centrodestra. Su questo, assicurano i suoi, oggi dirà parole chiare perché «non potrebbe esserci platea migliore di quella di piazza San Giovanni», dove saranno presenti ben undici partiti diversi. Non è un caso che Fini si dica convinto che «il discorso del Cavaliere sarà molto interessante». A Arcore, però, lex premier e il leader di An hanno concordato pure sul fatto che «non bisogna concedere alcuno spunto polemico a Casini». Anche per questo, il Cavaliere ha tenuto a ribadire che non ci sarà alcuna «spallata», per evitare che lUdc possa accreditarsi come il partito dellopposizione intelligente in alternativa allopposizione della piazza. Un affondo, però, Umberto Bossi se lè voluto comunque concedere. «LUdc non cè? Vadano dove vogliono, tanto - diceva ieri il leader della Lega - se tra milioni di persone ne mancano dodici non se ne accorge nessuno».
Polemiche a parte, Berlusconi resta convinto che la manifestazione «sarà straordinaria».
«Sarà una manifestazione straordinaria»
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