Sarkozy contrattacca: «Niente nepotismo Mio figlio Jean è finito in pasto alle belve»

Parigi Nicolas Sarkozy passa al contrattacco, respinge le accuse di nepotismo, e difende con forza la candidatura del figlio ventitreenne Jean alla guida dell’ente che gestisce «La Defense», uno dei più importanti distretti finanziari europei. Intanto, la polemica varca le frontiere e raggiunge proporzioni internazionali, con la stampa del mondo intero che ironizza sulla «folgorante» carriera del «Piccolo principe» Jean Sarkozy, seminando imbarazzo tra diversi esponenti dell’Ump, il partito del presidente.
«Tutto ciò che dà in pasto una persona... senza fondamento, in modo eccessivo, non è mai un bene», si è sfogato Sarkozy rispondendo a chi lo interrogava sul fiume di accuse. Anche il suo entourage fa quadrato, difendendolo. Jean «non può avere diritti supplementari, ma non può averne neanche di meno», ha sottolineato il consigliere speciale del presidente, Henri Guaino, riprendendo le parole pronunciate dallo stesso Sarkozy Jr. Un argomento, quest’ultimo, avanzato anche dal portavoce del governo Luc Chatel, «estremamente scioccato» per il clamore suscitato dalla vicenda.
A commentare la probabile nomina di Sarkozy Jr. al vertice dell’Ente pubblico che guida la Defense (Epad), è stato persino il premier François Fillon, assicurando che il ragazzo ha tutte le carte in regola per ricoprire l’incarico. «È una elezione, una competizione, non può esserci spazio per le polemiche», ha osservato l’inquilino di Palazzo Matignon. Davanti al fuoco incrociato delle polemiche, anche Jean si è difeso questa mattina sulle colonne del quotidiano Le Parisien.

«Qualunque cosa dica, qualunque cosa faccia, sarò criticato», ha sintetizzato in un’intervista. Ma la bufera sembra difficile da fermare: una petizione online contro la sua candidatura ha già raccolto circa 44.000 firme e numerosi blog e quotidiani internazionali hanno ironizzato sulla vicenda.

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