RomaSpalancare le finestre per fare entrare laria fresca della partecipazione popolare e rilanciare il senso di appartenenza al Popolo della libertà. È questo il messaggio che Angelino Alfano recapita al partito. Una missione per la quale il neo segretario individua anche gli strumenti: una «rapida celebrazione dei congressi» e «primarie per la scelta dei coordinatori come per quella dei candidati negli enti locali».
È il tentativo di sconvolgere le logiche di apparato e piantare subito alcuni paletti (soprattutto uno: «No alle correnti»), mettendo le carte in tavola e indicando come prospettiva un vero e proprio tuffo nella democrazia. Non solo suggestioni, dunque, ma concrete ipotesi di lavoro, un modo per inclinare il piano del dibattito e indirizzarlo verso la ricerca di un nuovo modello organizzativo, aprendo una partita di cui il Guardasigilli presto dimissionario non vuole essere solo larbitro.
Il segnale lanciato da Alfano non passa inosservato e scuote decisamente le acque del centrodestra anche perché nello stesso giorno della sua sortita, Claudio Scajola prende la parola e indica a tutti unulteriore prospettiva: quella del ritorno a una diversa politica delle alleanze. Per il dirigente ligure, poco entusiasta delle primarie - «strumento complicato e facilmente taroccabile» - «è evidente che Alfano debba lavorare al vero partito dei moderati», una casa che «riunisca quelli che si sono allontanati e che punti allunità con chi oggi siede sui nostri stessi banchi al Parlamento europeo».
Nella mente dei dirigenti di via dellUmiltà, però, non cè soltanto il partito di Pier Ferdinando Casini, visto che Raffaele Lombardo al quotidiano La Sicilia racconta di un suo recente faccia a faccia con Silvio Berlusconi. «Mi ha detto di aver chiesto ai dirigenti del Pdl di fare limpossibile per recuperare Casini e me». «Io ho sempre parlato bene di te» queste le parole del premier secondo il racconto del governatore della Sicilia. «Ho detto ai miei di trattarti bene; anche tu sei un perseguitato dalla magistratura, mi puoi capire. Anche quella storia, ti giuro che non ho toccato nessuno, ero convinto che quella era la nipote di Mubarak». «Se Alfano impone una linea di moderazione per il recupero di alcune frange - ipotizza Lombardo - le cose si possono aggiustare, altrimenti il Pdl va a sbattere perché Berlusconi si è lasciato prendere la mano da troppi falchi».
Lapertura di Scajola non dispiace nemmeno alle colombe del Fli, da tempo in contrapposizione rispetto alla linea dura dettata da Gianfranco Fini. Adolfo Urso, ad esempio, si dice disposto a contribuire alla ricomposizione delle diverse aree che fanno riferimento al comune partito popolare europeo. Per il finiano, infatti, le riforme sono «la strada per riunire Pdl, Udc e anche Fli». Una posizione che i falchi del suo stesso partito mostrano di non gradire, così come lUdc che con Enzo Carra risponde affidandosi a una battuta dai toni caustici. «Scajola invita il Pdl a lavorare per una casa che riunisca tutti quelli che si sono allontanati. Un buon proposito. A patto di sapere però chi pagherà. Perché noi dellUdc in case pagate da ignoti non vogliamo abitarci».
Nel Pdl il disegno di rilancio del partito viene salutato con diffuso interesse, con leccezione di Giulio Tremonti che si limita a nicchiare: «Cuius regio eius religio». Lapertura di Scajola allUdc provoca, invece, reazioni diverse. Uno spettro di sfumature allinterno del quale non è difficile individuare i colori del realismo politico. «Anchio penso che prima o poi con Casini torneremo nello stesso partito» dice Gianfranco Rotondi. «Speriamo non troppo poi, sennò nel frattempo invecchia pure Alfano che è la risorsa su cui puntiamo per completare la missione berlusconiana di unire i moderati». Osvaldo Napoli propone di allargare lalleanza introducendo le «primarie di coalizione, un passaggio ineluttabile per ampliare il perimetro del centrodestra e rafforzare il bipolarismo».
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