RomaLincubo immobiliare toglie il fiato al Palazzo. A finire nel mirino degli inquirenti, su delega della procura di Perugia, sarebbe ora lanagrafe patrimoniale dei parlamentari. Quella che viene resa pubblica ogni anno: dichiarazioni dei redditi di deputati e senatori, e variazioni nelle proprietà immobiliari.
Naturalmente, è su queste ultime che si concentra lattenzione degli uomini della tributaria. La storia della casa di Claudio Scajola in via del Fagutale, che secondo i pm perugini sarebbe stata acquistata con un cospicuo contributo (900mila euro) di soldi versati dallarchitetto di Anemone, Angelo Zampolini, ha innescato una ridda di indiscrezioni su un possibile allargamento dellaffaire ad altri politici. Una roulette in cui circolano nomi eccellenti. E così, mentre si valutano con attenzioni le segnalazioni, incrociandole con le operazioni sospette «firmate» dai professionisti dellentourage di Diego Anemone (il solo Zampolini ha complessivamente versato in banca, per ottenere assegni circolari, 2.878.000 euro, la cui provenienza per le Fiamme gialle è ancora ignota, mentre è noto che gli assegni «sono serviti per lacquisto di immobili da parte di terzi soggetti»), finiscono sotto il microscopio i contratti di acquisto di case e appartamenti di un buon numero di rappresentanti delle due camere. Obiettivo? Da un lato trovare altri eventuali rogiti il cui valore sia stato «sgonfiato» rispetto al prezzo pagato realmente per la compravendita, dallaltro verificare lorigine dei soldi spesi in immobili dai parlamentari. I primi rogiti ad essere analizzati sono, prevedibilmente, quelli certificati dal notaio scelto per le case di Scajola e Pittorru, Gianluca Napoleone. Ma i «filtri» utilizzati dagli inquirenti sono molteplici, e i riflettori della finanza sono puntati anche sui «percettori» degli assegni circolari di Zampolini: nei casi di Scajola e del generale dellAisi Francesco Pittorru proprio lindividuazione dei venditori ha permesso di ricostruire le operazioni sospette. Alcune sono già state analizzate almeno in parte. Come gli «affari» di via della Pigna. Qui Angelo Balducci a luglio del 2004 comprò per il figlio Lorenzo tre appartamenti al civico 19 da Manfredi Geraldini. Che incassa parte dei soldi con un assegno circolare da 435mila euro emesso, ovviamente, da Zampolini, e a verbale dichiara di averlo ricevuto direttamente da Balducci. Che, insieme al figlio, costituisce anche una società, la ImmobilPigna srl.
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