Gian Piero Scevola
Rieccolo. Prepotente, inquietante torna il calcioscommesse, una brutta gatta da pelare su cui sta indagando da qualche mese la Procura di Genova. Nel mirino degli investigatori ci sarebbe il derby romano dello scorso 15 maggio, finito con uno 0-0 noioso e fin troppo accomodante. «Ricordo daver detto a Flachi che su Roma-Lazio sette o otto giocatori si erano messi daccordo, che Di Canio non ne sapeva nulla, che se prima vi era un pochino di frattura ora vi è una voragine. Ricordo daver detto che Di Canio, se avesse voluto, avrebbe potuto fare i nomi dei giocatori ai capi tifosi e che li avrebbero ammazzati tutti». Così lallora laziale Fabio Bazzani ha spiegato una telefonata allamico Flachi nellinterrogatorio reso nello scorso luglio ai carabinieri di Genova che hanno condotto linchiesta su delega dei pm genovesi Alberto Lari e Giovanni Arena.
Telefonata che, a Flachi, è costata un deferimento davanti alla Disciplinare per violazione dellarticolo 1 del codice di giustizia sportiva, quello che parla della lealtà, mentre larticolo 7, quello che concerne lillecito sportivo, è stato addirittura stralciato dallinchiesta perché non sussiste. Flachi aveva lobbligo di denunciare alla Figc il tenore della telefonata di Bazzani, non lha fatto e solo davanti ai carabinieri, in qualità di persona informata dei fatti, lha confermata, aggiungendo che Bazzani «non mi ha precisato se laccordo era maturato durante la partita o se invece era precedente alla stessa». Flachi, difeso a spada tratta dalla società e da Novellino, rischia solo unammenda.
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