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Scariolo re di Spagna «Ora voglio un regalo: Gallinari a Milano»

Inseguire il telefonino di Sergio Scariolo nella sala degli arazzi al palazzo madrileno della Moncloa dove i campioni d'Europa del baloncesto sono stati ricevuti dal primo ministro Jose Luis Rodriguez Zapatero. Brindisi, grandi feste, superbe emozioni quando davanti a Navarro, miglior giocatore degli europei, il politico dimentica la diplomazia: «Nessuna squadra spagnola ha fatto le grandi cose che avete fatto voi. Il calcio è stato superbo, ma voi siete stati immensi e confesso che nella semifinale Navarro mi ha fatto venire la pelle d'oca».
Beati loro che se la godono, noi siamo qui a piangere sulle nostre miserie, ma visto che alla guida degli spagnoli c'era il bresciano Sergio Scariolo, uno dei pochi italiani vincenti con Berruto e la pallavolo maschile nell'estate gelida dello sport azzurro che ora punta tutto sulle ragazze del volley di Barbolini, facciamo festa anche noi.
Lo aspettavamo a Milano don Sergio, ma lo vedremo soltanto il 3 ottobre alla presentazione del campionato a Bologna, prima sarà la sua squadra ad andarlo a trovare a Malaga. Appuntamento giovedì con il gruppo al completo, o quasi, perché alla comitiva si aggregheranno anche i greci Bourussis e Fotsis, reduci da un buonissimo europeo. Abbiamo detto quasi perché molti aspettano il grande annuncio sul ritorno, almeno fino alla ripresa del campionato Nba fermo per serrata, di Danilo Gallinari. Un'operazione costosa, difficile, ma non impossibile (il suo agente è in arrivo a Milano) anche se Scariolo, non tanto tempo fa, aveva detto che mai si sarebbe prestato ad allenare gente che veniva qua a fare una vacanza lavoro.
Caro don Sergio, a parte i complimenti di tutto il basket nazionale, non ci dica che ha cambiato idea. Strattonato dal comitato festeggiamenti, pronto a salire sull’autobus scoperto per il giro d'onore nella capitale, l'allenatore dell'Emporio Armani reagisce bene nella baraonda: «Chi non vorrebbe un Gallinari in squadra, soltanto per lui saremmo disposti a cambiare la filosofia societaria su questo argomento. Danilo è nato nel basket italiano, si è affermato con Milano, non sarebbe certo un estraneo, ma una lussuosa aggiunta ad una squadra che mi piace molto. Ho visto tutti gli allenamenti e le partite che hanno giocato, a parte, ovviamente, la finale vinta sulla Bennet a Caorle perché dovevo pensare alla Francia, ma il gruppo con Frates ha lavorato bene e adesso li aspetto a Malaga».
Gallinari al centro dei pensieri come Bargnani, ma Siena nega di poterselo permettere, però dei campioni bisogna pur parlare per sapere se li considera gli unici rivali: «Non faccio i conti sui nomi che leggi, prima bisogna vedere e al momento mi accontento di guardare in casa mia, soddisfatto delle scelte».
Anche della scelta di Bourussis e Fotsis? Come sono andati all'Europeo? Qualcuno dice che difendono poco: «Sono stati bravissimi e sulla difesa il problema dipende sempre dal sistema di gioco di una squadra, non sono per niente preoccupato».
Un altro brindisi e poi ancora in movimento. Oggi sarà ad Istanbul per un convegno Fiba fra arbitri ed allenatori dove ci dovrebbero essere anche Facchini e Lamonica che ha diretto benissimo la finale, forse anche Pianigiani, ma la cosa non lo stuzzica. Ci sarà tempo per le schermaglie con i campioni in carica.

Adesso vuole soltanto godersi il trionfo, ripetendo a tutti che non ha mai avuto paura di perdere questo titolo, e poi valuterà l'Armani nelle quattro partite spagnole con Malaga e la Benetton, con Saragozza e Granada, scelta quasi obbligatoria visto che i finti lavori del Palalido costringono Milano ad allenarsi in un posto che era già vecchio vent'anni fa, un palazzo smembrato dove manca persino l'acqua calda per la doccia.

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