Scatta l’«opzione nucleare»: Trichet compra titoli pubblici

L’«opzione nucleare» è scattata ieri mattina, quando diverse banche nazionali dell’Eurosistema - dalla Banca d’Italia alla Bundesbank, dalla Banque de France alla Suomi Pankki finlandese - hanno acquistato titoli pubblici dei Paesi dell’area euro: bond greci, spagnoli, portoghesi e, da parte di via Nazionale, anche titoli italiani. L’intervento della Bce è stato confermato da Jean-Claude Trichet. Ma il presidente della Banca centrale non ha rivelato l’entità della manovra: «Non vi dico nulla - ha detto alla stampa -: il Consiglio deciderà in autonomia quel che sarà necessario». Gli acquisti, secondo il governatore tedesco Axel Weber, saranno limitati perché rappresentano «rischi significativi per la stabilità dei prezzi». L’acquisto di titoli da parte della Bce affianca e integra il maxi piano Ue-Fmi da circa 750 miliardi di euro, approvato nella notte tra domenica e lunedì dai ministri delle Finanze europei. L’intervento non ha solo portato euforia nelle Borse, ma anche ridotto drasticamente gli spread (ad esempio il differenziale tra il Btp italiano e il bund tedesco è sceso sotto i cento punti base). In netto calo anche i credit default swaps che rappresentano una sorta di assicurazione contro il fallimento di un Paese. Trichet afferma che la decisione è stata presa in autonomia e con qualche voto contrario tra i 22 membri del direttivo. La Bce ha condizionato il proprio intervento all’impegno dei Paesi europei di migliorare i conti pubblici. «Ora dai governi ci aspettiamo una politica di rigore», aggiunge Trichet.
La Commissione di Bruxelles comunica che nessun Paese, per il momento, ha chiesto l’assistenza del neonato meccanismo di salvaguardia. Resta soltanto la Grecia nella lista «nera», ma Spagna e Portogallo si sono impegnati con l’Ecofin a varare manovre correttive di proporzioni notevoli (l’1,5% del Pil quest’anno e il 2% nel 2011). Nessuna richiesta d’intervento è giunta al governo italiano, anche perché - come conferma il giudizio di Fitch, una delle tre principali agenzie di rating - l’Italia «rappresenta un’importante eccezione. La decisione di evitare misure di stimolo nel 2008-2009 ha aiutato a tenere il deficit sotto la media di Eurolandia».
Nei prossimi giorni la Commissione metterà a punto un regolamento per far procedere l’operazione «salvaeuro», che vede un apporto di 500 miliardi da parte dell’Europa e di 250 miliardi da parte del Fondo monetario internazionale. I 60 miliardi della Commissione serviranno da collaterali per raccogliere sui mercati una cifra dieci volte superiore. Il Fondo salvaeuro potrà emettere titoli garantiti dagli Stati fino a 440 miliardi di euro. Le regole per l’accesso agli aiuti saranno quelle del Fmi.

E domani, anticipa il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, incomincia il lavoro della task force incaricata di rafforzare il patto di stabilità, anche con misure preventive in modo che la porta della stalla non venga chiusa, come finora è accaduto, troppo tardi.

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