Schifani incontra le Signore del vino

Un convegno al Senato con le testimonianze delle maggiori produttrici italiane

Tra tanti impegni parlamentari e mediazioni politiche il presidente del Senato, Renato Schifani, si ritaglia qualche ora all’insegna di Bacco per incontrare le «Signore del vino».

Il vino è uno dei simboli dell'unità nazionale, del «Made in Italy» nel mondo e dell'impreditoria femminile e il 6 marzo sarà al centro del convegno «Quando l'impegno nel vino è Donna», che si terrà nella Sala Capitolare di Palazzo della Minerva.

Le occasioni sono due, per la coda dei festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia e per la Festa della Donna dell’8 marzo. Nasce in questo contesto l'iniziativa promossa dalla senatrice Laura Bianconi, presidente della Associazione parlamentare Luigi Veronelli, con il patrocinio del Senato e della Camera.

L’incontro vuole porre in primo piano le grandi produttrici, enologhe ed esperte che sono diventate protagoniste di un comparto economicamente vitale. Un tributo all’impegno di queste signore e un segnale di attenzione per una realtà che, a dicembre, è stata al centro di una mozione per la valorizzazione dei prodotti vitivinicoli e olivicoli italiani, approvata all'unanimità dall'assemblea di Palazzo Madama.

Schifani parteciperà al convegno insieme al ministro delle Politiche Agricole Mario Catania e al ministro per i Beni Culturali Lorenzo Ornaghi. Dopo l’introduzione di Laura Bianconi, interverranno il presidente del Worldwide sommelier Association Franco M. Ricci, il presidente dell'Associazione italiana sommelier Antonello Maietta e il senatore Benedetto Adragna, tesoriere dell'associazione Veronelli.

Ma il fulcro dell’incontro sarà rappresentato dalle testimonianze delle imprenditrici, che offriranno una lettura diversa dal solito di questo mondo fino a pochi decenni fa dominato quasi esclusivamente da uomini.

Sono donne che hanno fatto del vino la propria ragione di vita. Come Elisabetta Gnudi Angelini, una delle «Signore del Brunello» più apprezzate in Italia e all'estero, che ha dimostrato una rara capacità imprenditoriale e un amore sconfinato per la terra di Toscana e per il suo prodotto agricolo più importante: il vino, appunto.

Le sue 4 aziende toscane, acquistate a partire degli anni Novanta, sono diventate un modello di efficienza e qualità, ma anche di impegno per abbassare l'impatto ambientale, ben prima che questo fosse diventato un imperativo e un'emergenza.
«Caparzo», dove si produce un Brunello dei migliori, è stata la prima azienda a Montalcino a dotarsi di pannelli fotovoltaici, per esempio. Mentre a «Borgo Scopeto» è allo studio una centrale termica a cippato che sfrutterà anche gli scarti di potatura delle viti e degli olivi.

«Le donne italiane - spiega la Bianconi - hanno fortemente contribuito al progetto dell'Italia unita ma non meno, in questi anni, sono state eroine in tanti settori e non potevamo ignorare le grandi protagoniste del settore vitivinicolo italiano che hanno promosso in qualità di produttrici, enologhe ed esperte, la cultura e la qualità del nostro vino in tutto il mondo. Vogliamo far emergere le loro storie e l'impegno di figure femminili che hanno accettato la sfida del cambiamento e che hanno partecipato attivamente ad incrementare questo comparto imprenditoriale del nostro Paese».

Per

concludere la giornata non poteva mancare la cena di gala in un grande albergo romano, che sarà preparata dallo chef Gianfranco Vissani e innaffiata, inutile dirlo, dai migliori vini italiani. In particolare, quelli «in rosa».

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