Scommesse: più che vertici con Maroni servono riforme per ridurre i club

La giustizia sportiva non ha mezzi per controllare i tesserati ma il calcio può fare qualcosa di concreto: procedere al taglio dei club professionistici, troppi in tempi di crisi, e infine monitorare le partite chiacchierate utilizzando gli inviati della procura federale

É di qualche orta fa la notizia secondo cui il ministro dell'Interno Maroni ha convocato un vertice allargato a Coni e federcalcio per venerdì mattina. Iniziativa meritevole, naturalmente, perchè segnala la sensibilità del Governo in una materia che potrebbe riguardare da vicino l'attività della malavita organizzata. Ma il punto, visto dalla parte del calcio, ferito da quest'altro scandalo, è un altro. Che cosa può fare il movimento, ocn i suoi mezzi limitati, per contrastare il fenomeno?
Molti di noi concordano nel sostenere che la giustizia sportiva, non avendo i mezzi a disposizione della giustizia ordinaria, e cioè intercettazioni, arresti, etc, è inerme dinanzi al fenomeno, specie se legato al mondo delle scommesse. Eppure qualcosa il calcio può e deve fare. Intanto capire perchè il fenomeno ha preso a fiorire soprattutto in Lega pro e in serie B. Per colpa della crisi economica molti calciatori di quei due campionati sono rimasti a secco, senza stipendio, dal mese di novembre-dicembre. É indispensabile, naturalmente, procedere col taglio dei club professionisti: sono tanti, troppi, non sono in grado di reggere. Serie B dimagrita, un solo campionato di C e tutto il resto dilettanti allo stato puro. Lo so, così crollano i posti di lavoro, ma bisogna pur dare una risposta forte.

Seconda iniziativa: le partite chiacchierate non sono un segreto, spesso se ne discute sui giornali, al bar e anche in qualche trasmissione. La Procura federale deve provare a tenere sotto controllo il sistema inviando, periodicamenter, e a sorpresa, controlli. Con questo non si eliminerà il fenomeno, ma qualche risultato si otterrà.

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