da Parigi
Una vera retata: questa l'operazione di polizia svoltasi all'alba di ieri a Villiers-le-Bel, la località della banlieue nord-occidentale di Parigi in cui a fine novembre si erano verificati gravi incidenti dopo la morte di due giovani immigrati, andati casualmente a cozzare in moto contro un'auto delle forze dell'ordine (viaggiavano senza casco e non avevano rispettato la precedenza). In due notti di guerriglia, le bande di teppisti seminarono il panico nella cittadina e soprattutto nelle sue borgate ad alta presenza d'immigrati africani e maghrebini. Un poliziotto venne pestato. Decine di agenti riportarono ferite più o meno serie, spesso a causa di proiettili d'arma da fuoco. Solo un miracolo impedì che qualcuno degli agenti rimanesse senza vita sull'asfalto. I danni materiali furono ingenti.
Il presidente Nicolas Sarkozy promise che i colpevoli sarebbero stati assicurati alla giustizia. Ieri le autorità hanno mantenuto la parola: 1.100 poliziotti e gendarmi (compresi i tiratori scelti e le teste di cuoio) hanno circondato le borgate di Villiers-le-Bel in cui si trovavano le basi dei «ribelli», pronti a riprendere le armi alla prima occasione. Il «rastrellamento», svoltosi su mandato della Procura della Repubblica, è avvenuto in un clima di estrema tensione.
Un intero quartiere è stato passato al setaccio, circostanza che ha consentito agli agenti di sequestrare materiale «pericoloso». I giovani fermati sono stati 35, di cui tre minorenni. In serata le forze dell'ordine sono rimaste a pattugliare Villiers-le-Bel nel timore di nuovi incidenti. Intanto la megaretata ha alimentato le polemiche politiche.
Scontri nelle periferie maxiretata a Parigi
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