Scontrini fiscali Evasione raddoppiata nei primi mesi 2006

La Gdf: le infrazioni rilevate tra gennaio e giugno come quelle di tutto l’anno scorso. Gli esercenti: «Basta un reso scorretto o una dimenticanza»

Andrea Fontana

Se il decreto legge sull’evasione fiscale, emanato ai primi di ottobre, fosse già stato in vigore a inizio 2006, nei primi sei mesi dell’anno avrebbero chiuso bottega in 300. In pratica, lo stesso numero degli esercizi commerciali milanesi sorpresi a non rilasciare lo scontrino o la ricevuta nell’intero 2005. La mano pesante del governo Prodi basata sul principio «licenza sospesa già dalla prima infrazione» sarà presto convertita in un provvedimento più soft, simile a quello attuato dal 1997 in base al quale la serranda abbassata viene imposta a chi infrange la regola per tre volte in cinque anni, ma non cambia la sostanza: le evasioni fiscali attraverso la mancata emissione dello scontrino hanno subito un’impennata nel 2006.
Anzi, sono raddoppiate in termini percentuali: una ogni dieci negozi controllati le irregolarità riscontrate dal Guardia di Finanza milanese nel 2005, una ogni cinque quelle scoperte nel periodo gennaio-giugno di quest'anno. Controlli a tappeto e lotta senza quartiere per stanare chi ogni tanto «si dimentica» di metter mano al registratore di cassa? Niente di tutto ciò. Numeri alla mano, le verifiche effettuate dalle Fiamme Gialle sono rimaste costanti: tremila nel 2005, 1.500 nei primi sei mesi del 2006, poco più di otto al giorno. Sono gli evasori a essere aumentati. Più indisciplinati gli esercenti che hanno come strumento di accertamento fiscale la ricevuta (tipicamente quelli che fanno attività di somministrazione come i barbieri, i ristoranti, le officine di riparazione): più di un controllo su quattro è finito con il verbale di infrazione. Un po’ più attenti i commercianti con registratore di cassa: gli scontrini non emessi oppure battuti con importo inferiore al dovuto sono stati il 16,5%, uno su sei.
Ce n’è abbastanza per pensare che il giro di vite auspicato dal governo sia giustificato? «No, assolutamente. Perché un’infrazione di questo tipo può anche capitare: basta un reso non indicato correttamente o una dimenticanza - fa notare Lino Stoppani, presidente della Federazione italiana pubblici esercizi e numero uno degli esercenti milanesi -. La prima infrazione deve essere più che altro un segnale di avvertimento: per questo motivo abbiamo insistito con il governo Prodi perché venisse cancellata la sospensione della licenza dopo una sola violazione».
Tornare a chiudere due occhi, insomma, prima di arrivare alla fatidica sospensione della licenza da quindici giorni a due mesi, ma i commercianti passano dalla difesa alla proposta: studi di settore più precisi per non vivere con l’incubo dello scontrino.

«Lo studio di settore fissa i livelli di reddito minimo sotto il quale scatta la verifica aziendale - spiega Stoppani -, sono uno strumento utile per superare la questione delle mancate ricevute, ma devono essere migliorati per poter rispecchiare meglio la realtà di certi commercianti. Le associazioni di categoria possono aiutare l'amministrazione pubblica a definire meglio i redditi minimi». Secondo i commercianti, potrebbe arrivare in questo modo l'ora della pensione per scontrini e ricevute.

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