Milano - Sono gli ultimi colpi prima della par condicio che cloroformizzerà la tv fino alle prossime elezioni amministrative. Così questa sera (Italia 1, ore 21) le Iene manderanno in onda l’ennesima picconata al Parlamento dopo il tampone antidroga e il test culturale: il programma mostrerà come Montecitorio non faccia differenza rispetto al resto del Paese, anche lì esiste il sommerso. La scoperta dunque: su 683 lavoratori in Parlamento come assistenti dei deputati, solo 54 hanno un contratto regolare. Gli altri, sostiene l’inchiesta, lavorerebbero in nero.
Racconta Marco Occhipinti, autore del servizio che ha scatenato la iena Filippo Roma contro il Palazzo: «Qualche anno fa quando scoprimmo che molti portaborse lavoravano senza contratto presentammo l’inchiesta a Casini, allora presidente della Camera, che introdusse il nuovo metodo: ogni anno i parlamentari devono accreditare i propri collaboratori dichiarando che tipo di rapporto li lega a loro: se a titolo oneroso (e quindi con contratto regolare) o a titolo non oneroso».
Per verificare la nuova prassi le Iene hanno intervistato due portaborse che, uno per schieramento, hanno fatto outing: «Guadagniamo 800 euro al mese da 10 anni, lavoriamo 8-10 ore al giorno, senza tredicesima né ferie». La iena ha girato le due denunce a Sergio D’Elia, dell’ufficio di presidenza della Camera, che ha fornito i dati relativi ai collaboratori dei parlamentari. Appunto: su 683 solo 54 hanno un contratto regolare.
A quel punto via con lo show sul piazzale di Montecitorio, il palco preferito dalle Iene. Parlamentari di Udc, An, Prc e Pdci imbarazzati provano a schivare i microfoni; Cinzia Dato (Margherita) risponde a tentoni («il contratto è regolare. Quanto guadagnano? Mah, non saprei...
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