Scudo fiscale, crescono le richieste di rimpatrio

Lo scudo fiscale diventa più «largo»: proteggerà, infatti, anche le società di capitali, se a emergere è il loro «dominus», cioè chi le controlla. Niente regolarizzazione, in compenso, per i «tesori nascosti» in Svizzera (circa la metà del totale, secondo le stime): è ammesso solo il rimpatrio, come per Montecarlo, San Marino e Vaduz. Sono le principali novità interpretative contenute nella circolare dell’Agenzia delle entrate pubblicata ieri sullo scudo, «un’importante opportunità - sottolinea il direttore Attilio Befera - per regolarizzare la propria posizione con il fisco».
Ed è in forte crescita, infatti, il numero degli evasori che stanno facendo rientrare i propri capitali in Italia: secondo i gestori dei fondi patrimoniali internazionali, la massa di liquidità che rientrerà entro i confini italiani nei prossimi mesi sarà di gran lunga superiore agli 80 miliardi di euro che furono rimpatriati con i due precedenti condoni fiscali varati negli anni passati dai governi italiani.
«Abbiamo già ricevuto il doppio delle domande per il rimpatrio di fondi detenuti all’estero rispetto alle domande relative al precedente condono», ha detto a Bloomberg Luca Caramaschi, direttore della sezione private wealth management della Deutsche Bank a Milano.
«Certamente cresce l’interesse per questa iniziativa», ha aggiunto Giuseppe Marino, consulente fiscale e docente di legge fiscale alla Bocconi. Secondo l’esperto, quest’interesse a far rientrare i capitali in Italia «è spinto soprattutto dal bisogno degli imprenditori di iniettare nuova liquidità nelle loro aziende».

Anche se «potrebbero sorgere delle difficoltà perché i termini per aderire allo scudo sono relativamente brevi», sostiene l’amministratore delegato della sezione private banking di Crédit Suisse in Italia, Francesco de Ferrari. La scadenza ultima per pagare l’imposta straordinaria del 5% è stata infatti fissata al prossimo 15 dicembre 2009, ma la conclusione delle operazioni legate allo scudo può essere effettuata anche successivamente.

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