La scuola boccia i classici ma il pubblico li promuove

Leopardi, il latino e il greco sono tra i bestseller da settimane. Nel frattempo la pubblica istruzione ne limita lo spazio...

La scuola boccia i classici ma il pubblico li promuove

Mentre gli esperti (?) si mobilitano per trovare nuovi modi di peggiorare la pubblica istruzione, in classifica fanno il botto libri su Giacomo Leopardi, la bellezza del latino e l'importanza del greco.

Il poeta di Recanati, raccontato da Alessandro D'Avenia ne L'arte di essere fragili, macina copie ed è il caso editoriale di questi mesi anche perché il bestseller è diventato uno spettacolo da tutto esaurito. Nella saggistica, sono in vetta da settimane i saggi di Nicola Gardini, Viva il latino, e di Andrea Marcolongo, La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco. E non è ancora finita l'onda lunghissima delle Sette brevi lezioni di fisica di Carlo Rovelli, un trionfo anche all'estero. Cosa hanno in comune i titoli che abbiamo citato? Una richiesta di cultura con la C maiuscola, divulgativa ma non superficiale. I lettori dunque si appassionano ai classici della letteratura, al greco, al latino. Le lingue «morte», essendo alla base della nostra civiltà, sono tali solo nelle teste degli esperti (?) che vorrebbero cancellarle dalla maturità. Se il Leopardi di D'Avenia vende, evidentemente i classici, proposti con abilità, sono più interessanti delle novità, dei «libri di cui tutti parlano» ma nessuno legge. Eppure in aula annegano in cervellotiche «unità didattiche», che mettono tutto sullo stesso piano e finiscono col confondere le idee o meglio con instillare l'idea che leggere Leopardi (e Manzoni e Dante e gli altri) sia un'attività noiosa senza alcuna relazione con la vita concreta. Insomma, c'è una richiesta di cultura vera in controtendenza rispetto alla semplificazione dei programmi scolastici, alle risibili modernizzazioni a base di tablet, alla riduzione dell'università a macchinetta sforna lauree sempre più brevi e inutili. Cari ministri e burocrati, non vi viene il sospetto di aver sbagliato qualcosa? Avete eroso lo spazio del latino, del greco, della storia antica, della grammatica, della geografia, della matematica. Avete inventato licei scientifici senza latino, il 3 più 2 all'università, tolto prestigio ai docenti, ghettizzato insegnamenti un tempo basilari nelle facoltà umanistiche e oggi ritenuti «da specialisti». Avete appena rivisto l'esame di maturità: per essere ammessi basterà la media complessiva del sei e pazienza se il dieci in condotta rimedierà all'insufficienza in matematica, salvando l'alunno dalla bocciatura.

Volete sapere quali risultati avete ottenuto? Fate un esperimento, confrontate l'italiano dei vostri figli con quello dei vostri padri: vi verrà l'angoscia. In nome dell'istruzione di massa avete abbassato l'asticella a livelli ritenuti indecorosi nel passato recente. Purtroppo vi siete rivelati esperti in una sola materia: demagogia.

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