Quando iniziava lanno scolastico, uno dei più angosciati genitori dItalia era mio padre. Mio padre, oltre la moglie, aveva sei figli a carico, e tutti da mandare a scuola. Non faceva il tenore (alla sua morte non si contarono 200 milioni deuro, ma decine di cambiali) né il patron della Ferrari, ma loperaio, e comprare libri per tutti era una tragedia di Eschilo (noi facevamo parte del coro). Allora si rivolgeva al parentado, versando lacrime da Alice nel paese delle meraviglie. Ma il parentado era tirchio e bisognava ricorrere agli usurai. Siccome agli usurai si ricorreva anche per pagare luce, acqua, gas e generi di prima necessità, a un certo punto mio padre si trasferì a casa di uno di loro, e noi non lo vedemmo più.
La storia è vecchia quanto il mondo. Ad ogni inizio danno scolastico, in Italia migliaia di stipendiati vanno in crisi. Conosco uno che era lì lì per vendersi a un libraio in cambio di uno Zingarelli per il figlio. Io sono sicuro che tra i lavavetri di Firenze ci sono molti genitori con in tasca la lista dei volumi dei figli: quando però incappano negli editori, questi azionano i tergicristalli. Rispetto allanno scorso gli aumenti sono stati del 10-15% in media, con punte del 30%. I libri per uno studente del liceo costano fino a 420 euro. Ora io non sono né un fratello Gracco né un Masaniello e nemmeno un Beppe Grillo, ma mi piacerebbe tanto salire su un palco e rivolgermi alla gente dicendo: «Ma come deve fare un povero padre di famiglia a comprare libri per tutta la famiglia, quando deve pagare anche il mutuo di casa, il condominio, le tasse automobilistiche, la bolletta del telefono, dellacqua, della luce e del gas, i vestiti per i figli, il cibo per non morire dinedia eccetera? Intorno al sapere si spendono parole bellissime, e quando un ragazzo diserta le lezioni siamo prodighi di buoni consigli: «La scuola più che un dovere è un tuo diritto. Perché non vorresti camminare su una bella strada liscia, anziché per la mulattiera? Perché non vorrai un giorno saper leggere e capire il giornale, una trasmissione radio? La scuola è un privilegio che ti viene offerto e tu lo rifiuti...», ma poi rendiamo la vita impossibile a tutti, gettando nello sconforto i genitori.
In un Paese civile i libri scolastici andrebbero dati gratis, almeno fin che cè obbligo di istruzione. Geppetto, per comprare labbecedario a Pinocchio, dovette vendere la casacca di fustagno. I nostri genitori devono vendere i propri reni per mandarci a scuola?
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