«Se cade Prodi, via a un governo istituzionale»

«Il clima da “con me o contro di me” lo creò la sinistra contro Berlusconi»

da Milano

Si faccia una domanda e si dia una risposta, caro Prodi. Parafrasando, suo malgrado, il tormentone marzulliano Giampaolo Pansa arma il «Bestiario», la settimanale rubrica su L’Espresso, contro il premier. Il destro glielo offrono i fischi incassati (male) dal leader dell’Unione domenica scorsa al Motorshow e la conseguente lettera aperta scritta al Resto del Carlino per spiegare il perché e il percome di una domenica dispari. Ha evocato, Prodi, «la penosa situazione in cui ormai il nostro Paese si ritrova a vivere la quotidianità. O bianco o nero, o sì o no, o con me o contro di me».
Un clima che a Pansa non piace, ma che, scrive nel «Bestiario», ha origini precise. «Da quanto tempo vige in Italia la regola del con me o contro di me? Non certo da quando il centrosinistra ha vinto, ma almeno da quando il centrosinistra ha perso. Siamo nel 2001. Dopo il quinquennio dei governi Prodi, D’Alema e Amato, Silvio Berlusconi ritorna a Palazzo Chigi. Lo choc nell’Ulivo - continua Pansa - è terribile. E trova come unico sbocco l’accusa al Cavaliere di voler costruire un regime antidemocratico».
È qui, afferma l’autore del Sangue dei vinti, che si incancrenisce la situazione. «Berlusconi viene dipinto come il nuovo Mussolini. I forzisti e i loro alleati come gli eredi del fascismo di Salò».

In sostanza, dice Pansa, la condanna dei fischi e degli insulti di Bologna è sacrosanta, ma l’Unione riconosca nelle sue file l’abbondanza dei fondamentalisti aggressivi. Quelli che «per dirla con il Prof, praticano la regola autoritaria del “sta con me o sei contro di me”».

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