Se l'arte incontra la luce Led con vista su Giotto

La nuova illuminazione della Cappella degli Scrovegni a Padova donata da iGuzzini

Margherita Tizzi

Maria offre il figlio in fasce all'adorazione dei Re Magi, accorsi seguendo la cometa di Halley, che si vede in alto e che Giotto avrebbe osservato durante il passaggio del 1301-1302. La scena dell'Epifania degli Scrovegni di Padova e tutti gli altri affreschi della Cappella tornano finalmente ad essere apprezzati nella loro bellezza e autenticità grazie a un innovativo sistema di illuminazione IoT, donato da iGuzzini. Il «restauro percettivo» del colore, che sostiene tutta l'opera del Maestro, dà la sensazione che lo spazio sia investito solo dalla luce naturale, che entra da un lato finestrato. «Il nuovo impianto di illuminazione integra apparecchi a LED, sensori ambientali e applicazioni software su protocollo internet - spiega Adolfo Guzzini, presidente dell'azienda, definita la più innovativa degli ultimi 10 anni da una rivista inglese del settore (31 depositi per brevetti di invenzione e 43 depositi di design) -. Nella prima fase, i sensori, progettati ad hoc per la Cappella, misureranno le variazioni della luce naturale. I dati raccolti permetteranno quindi di attivare, nella seconda fase, attraverso uno specifico algoritmo evoluto, un sistema dinamico di luce intelligente, in grado di adattare la luce artificiale al modificarsi delle condizioni ambientali e apportare benefici di natura visiva e conservativa. La luce artificiale interagirà, quindi, con la luce naturale e si autoregolerà in temperatura, colore e intensità, fino al raggiungimento dei valori necessari a consentire sempre la migliore percezione possibile delle opere. Da subito, l'impianto garantirà una migliore resa cromatica e un risparmio energetico pari al 60% rispetto all'impianto precedente». Se le lampade a incandescenza aumentavano la polvere e il surriscaldamento degli affreschi, dunque, in questo modo iGuzzini e il Comune di Padova, con la supervisione della Commissione Scientifica Interdisciplinare per la conservazione e gestione della Cappella degli Scrovegni e della sezione di fotometria dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, hanno assicurato una fruizione più naturale, emozionale, veritiera e immersiva delle magie cromatiche del maestro toscano, in particolare se si guarda alla lettura delle tonalità calde (giallo-arancio-rosso), che esaltano le aureole e le dorature. «Ecco, dunque, cosa può offrire la tecnologia al mondo dell'arte», continua Guzzini, che investe il 7% del fatturato annuo nella ricerca di sistemi di illuminazioni rivoluzionari, studiati anche nel campo medico. Ricerche scientifiche dimostrerebbero, infatti, che la luce utilizzata per illuminare gli affreschi di Giotto sarebbe fondamentale per il recupero di chi è appena uscito dal coma.

Per iGuzzini, insomma, la luce permette di creare luoghi più sicuri, aggreganti, confortevoli. La luce determina l'umore delle persone, i colori e le forme della natura e delle opere d'arte. Per questo l'azienda di Recanati ha investito in un programma di valorizzazione del patrimonio culturale mondiale, chiamato Light is Back. Tra i numerosi progetti realizzati da iGuzzini, anche all'estero, citiamo il Teatro Antico di Taormina (2017), l'Ultima Cena di Leonardo da Vinci (2015), Centre Pompidou di Parigi (2000) e Galleria Borghese di Roma (avviato nel 1981).

Sono, invece, in corso di realizzazione i nuovi sistemi di illuminazione del Tempietto del Bramante a San Pietro in Montorio a Roma, le opere di Tintoretto nella Scuola Grande di San Rocco a Venezia e la Scala Santa di Roma, senza dimenticare l'osservatorio astronomico della Specola e il Palazzo della Ragione, ancora a Padova. L'ambizione del presidente? «Illuminare il Colosseo e i Fori Imperiali».

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