«Se mi fossi dimesso avrei regalato a Musso Albaro, Foce e S. Martino»

«Se mi fossi dimesso  avrei regalato a Musso Albaro, Foce e S. Martino»

«Se avessi dato le dimissioni da presidente del Municipio Medio Levante anziché subire il voto di sfiducia, avrei consegnato il parlamentino ai traditori».
C’è chi sostiene, invece, che è stato lei, Fabio Orengo, a non fare un passo indietro, favorendo la sinistra.
«Lo dicono quelli che hanno tramato per abbattermi, come l’assessore Anna Palmieri che, pur essendo del Pdl come me, ha fatto di tutto per liquidarmi».
Rivalità personali, o visioni diverse della politica?
«Io non replico alle provocazioni, da qualunque parte provengano. Mi rifaccio al regolamento dei Municipi e allo Statuto del Comune di Genova. In particolare, articolo 63 dello Statuto, comma 6».
Sintesi, per favore.
«Ecco fatto. Qualora le dimissioni (...) si verifichino entro un anno dalla scadenza del mandato, il vicepresidente del Municipio assume le funzioni del presidente e resta in carica sino alla scadenza naturale. Tutto qua. Semplice, no?».
E questo, nel caso specifico, significa...?
«... significa che sarebbe entrato in carica Glauco Berrettoni, “Altra Genova“, cioè “mussiano“. Il quale rappresenta proprio il ribaltone, la politica dell’ambiguità, cioè il contrario della politica della maggioranza di centrodestra che aveva retto fin qui, e bene, il Medio Levante!».
Qualcuno dice anche che, fra le sue colpe, c’è anche la chiusura del Pammatone, o comunque il fatto di non essersi opposto al provvedimento.
«Lo dice sempre Anna Palmieri, ma è un’altra bufala. La competenza sulla questione non è del Municipio, ma dell’assessore regionale Claudio Montaldo e della Asl con cui sono stato comunque in contatto. Ho persino chiesto un parere al consigliere regionale Matteo Rosso, medico, che è particolarmente competente in materia di sanità. Di più non si poteva fare».
Intanto i cittadini continuano a riferirsi a Fabio Orengo come se fosse ancora presidente. Più le critiche o i consensi?
«È vero, continuano a telefonarmi.

A proposito: ho chiesto di trasferire a mio nome (solo per ricevere) il numero, 331.5602757, che mi era stato assegnato come presidente, in modo che il flusso di chiamate continui e io possa rispondere. L’ho detto e lo ripeto: voglio proseguire il dialogo con la gente. Anche da semplice consigliere».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica