«Se a qualcuno non va Ranieri è meglio che lo dica in faccia»

«Se a qualcuno non va Ranieri è meglio che lo dica in faccia»

da Torino

«Non è affatto una buona sera», è l'esordio di Del Piero. Che ha segnato il primo gol del suo campionato, ma che ha ben chiaro quale sia il momento di difficoltà della Juventus: «Ben venga la sosta - prosegue il capitano -, perché così non si poteva andare avanti. Servirà la massima lucidità da parte di tutti per uscire da un momento come questo». Due pareggi e una sconfitta in campionato, più l'ics uscito sulla ruota di Minsk contro il Bate Borisov: un disastro, trattandosi della Signora. E i tifosi lo hanno fatto capire a chiare lettere: fischi per la squadra, aggettivi colorati e coloriti nei confronti di chiunque lasciava il campo dopo un ko per certi versi imbarazzante, manate sulla macchina del presidente Cobolli Gigli fin dal suo ingresso nello stadio per protestare contro il caro biglietti in vista del Real Madrid. «Ci mancano quattro punti, è vero - ammette il numero uno della società -. Arriviamo alla sosta con una classifica che non è quella che speravamo di avere: non sono preoccupato, però è una situazione che va migliorata. Credo che la squadra fosse stanca, si è visto chiaramente che a un certo punto la benzina era finita: non c'è solo questo, però». Appunto.
Ma del resto nessuno vuole parlare e comunque pare che tutto fili liscio: «Non c'è spaccatura tra i vecchi e i più giovani», dice Del Piero. «Gli anziani fanno quel che devono, preparano le partite e sono a disposizione - è il parere di Ranieri -. Arrivavamo da un ciclo infernale di partite, qualche cambio era logico farlo. Non stavamo facendo male, poi è arrivata l'espulsione a scompaginare i nostri piani ed è diventato tutto più difficile». Nessun accenno a rapporti che alcuni vorrebbero deteriorati con parte della vecchia guardia: «Non esiste proprio - replica l'allenatore -. Bisogna saper essere incudine e martello: in questo momento ci tocca subire, passerà». Forse, viene da dire: «C'è chi prepara il terreno per futuri sviluppi, ma io ho la corazza dura», butta lì Ranieri. Difeso a spada tratta da Cobolli: «L'allenatore sa di avere il sostegno da parte di tutti noi. Siamo uomini sufficientemente maturi per sapere che i progetti hanno bisogno di tempo, coerenza e determinazione».
Se non è crisi di nervi, poco ci manca. «Non possiamo far finta di nulla - prosegue Del Piero -. Dobbiamo parlarci e fare un passo avanti, tutti insieme. Con Ranieri la sintonia è la stessa dell'anno passato, non ci sono né disagi né tensioni». Parlare, parlare e ancora parlare: «Dovremo allenarci e stare insieme nel modo migliore per preparare un nuovo ciclo che sarà ancora più difficile di quello che abbiamo appena terminato. A caldo non si può dire cosa funziona e cosa no, di certo non possiamo mettere la testa sotto la sabbia. Le colpe di Ranieri? Ripeto: ci siamo dentro tutti, non solo lui. Io sono alla Juve praticamente da sempre e sono abituato a dire le cose in faccia: qui si fa così». Discorso da capitano, con messaggi lanciati in maniera nemmeno troppo velata. «Abbiamo giocato male, questo è quanto», è il laconico commento di Buffon. Che altro non aggiunge e scappa via verso la nazionale nonostante un lieve riacutizzarsi del solito dolore muscolare.
In casa Palermo, in compenso, godono tutti.

Nocerino se la ride («mi sono tolto un bel sassolino dalle scarpe»), Miccoli si sganascia («ancora più bello segnare sotto la curva bianconera»), Ballardini cammina due metri sopra terra: «Come si frena l'euforia? Non voglio impedire a nessuno di essere entusiasta. È giusto che ognuno sia felice come lo siamo noi».

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