Se un sandalo conquista NY E anche il cuore delle donne

La filosofia di Gimmi Baldinini: «Una scarpa può essere meravigliosa, ma se è importabile, è un oggetto inutile»

Elena Banfi

Gimmi Baldinini è un vulcano di idee, passione, creatività. È un uomo capace di trasformare i materiali in emozioni, un sandalo in opera d'arte, una bottega in un'impresa che nel 2010 ha celebrato 100 anni di attività e che in questi giorni ha inaugurato la sua terza boutique americana. Una conquista partita lo scorso settembre con il flagship store nel New Jersey presso il mall Short Hills, proseguita con quello di Miami nel Brickell City Center e con l'ultimo appena aperto a Long Island nel Roosvelt Field Mall. «Gli Usa fanno parte di un progetto di globalizzazione che stiamo affrontando con grande energia e fiducia» spiega Antonio Roma, marketing e retail manager di Baldinini. «Il modo di approcciarsi allo shopping sta cambiando, i negozi diventeranno delle showroom pensate per accendere il desiderio dell'acquisto, in cui poter guardare e toccare. Per poi acquistare online».

Di fronte a questo panorama Baldinini resta ottimista: in previsione per il 2017 un altro tris di opening negli Stati Uniti, compresa una boutique in Madison Avenue e una showroom a New York per avviare un processo di distribuzione anche al wholesale. Oltre a una decina di aperture in Cina. Il segreto del successo sta nel mixare le memorie di ieri con la ricerca più avanzata, come rivela Claudio Merazzi, da 20 anni designer di Baldinini e custode di un know how che attinge la sua forza dall'artigianalità da cui tutto ha avuto inizio. Era il 1910: il carretto del ciabattino itinerante di Giuseppe Pollini e del nonno paterno di Gimmi Baldinini diventa presto una bottega con sede a San Mauro Pascoli, tra Rimini e Ravenna. Gimmi entra in azienda negli anni '70, abbandonando il conservatorio. Da allora di strada ne è stata fatta, sono circa 120 gli store monobrand dislocati nelle più prestigiose capitali della moda per offrire creazioni tanto belle quanto intelligenti. «Una scarpa può essere meravigliosa, ma se è importabile è un oggetto inutile. La nostra sfida è creare calzature comode e glamour, che possano essere indossate da tutte le donne» sottolinea Merazzi. Ecco perché la collezione PE 2017 sfodera l'arma vincente del tacco kitten anni 50. Zero effetti collaterali, 100% bonton, è giunto all'apice ai piedi di Audrey Hepburn con la discreta sensualità dei suoi 5 cm. Due le icone ispiratrici della top line Gimmy Baldinini: Brigitte Bardot e Josephine Baker. Alla prima sono dedicate décolletée-capolavoro laccate in colori pastello o brillanti, con tacchi a specchio e geometrie floreali o optical, sandali con lacci alla caviglia, stampe di labbra e cuori. Alla Venere Nera rendono omaggio sandali alti, frange, borchie di legno, una palette neutra e chic. La collezione Baldinini reinterpreta modelli iconici in pellami glossy a fiori, con sfumature acquerellate o pattern tattoo su stiletto o raffinate flat.

Fanno tutte parte delle 400mila paia di scarpe che Baldinini produce in un anno, progettate e realizzate in Italia, con lavorazioni eccellenti che esigono interventi a mano. La creatività del brand da spazio anche a capispalla da uomo e donna, occhiali, orologi e fragranze. Un universo che, dal distretto di San Mauro Pascoli, con audacia e stile inconfondibile sta conquistando il mondo.

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