SE SI CAPOVOLGE LA MORALE

Piccolo retroscena. Quando lanciamo un dibattito, quando scegliamo di approfondire a modo nostro un tema, quando decidiamo su cosa concentrarci, proviamo a metterci nei panni dei nostri lettori. Chiedendoci a cosa possono essere maggiormente interessati e, soprattutto, cercando di offrire sempre qualcosa di più degli altri. É l’alchimia da cui, ogni giorno, nasce il nostro e vostro Giornale.
Quello che, invece, non possiamo prevedere in anticipo è il grado di partecipazione a un tema piuttosto che a un altro. E, a volte, il vostro calore e il vostro interesse va persino al di là delle nostre posizioni. É il caso di quello che è successo per tutto ciò che concerne il «caso Bagnasco», Ergo sum, family day e dintorni. Anzi, della manifestazione di oggi a Roma e della puntata di giovedì di Annozero parleremo di nuovo nei prossimi giorni. Intanto, per ora, siamo letteralmente travolti da vostre lettere, mail, fax, telefonate con cui solidarizzate con il nostro caro don Angelo e, in generale, con il diritto della Chiesa ad esprimere le proprie opinioni senza essere insultata. Una mobilitazione bella e caldissima, quasi torrida, che coinvolge lettori credenti e non credenti, praticanti e agnostici. Il che mi sembra l’elemento più significativo: perchè non è (o non è solamente) una questione di fede. Ma è anche e soprattutto una questione di civiltà.
Assicurare anche alla Chiesa il diritto di parola. Sembrerebbe l’abc della democrazia. E, invece, è qualcosa di tutt’altro che scontato, come i fatti di queste ultime settimane dimostrano abbondantemente. Soprattutto, stupiscono le difese della libertà di insulto a Bagnasco, al Papa e alla religione, persino a Cristo, da parte di coloro che, ovviamente, non si permettono la minima ironia nei confronti dell’Islam.
Per carità, lungi da noi l’idea di offendere l’Islam. Per quanto ci riguarda, pensiamo non si debba ironizzare su Allah e Maometto, così come non si deve ironizzare sulle religioni, su nessuna religione. Sono questioni troppo serie per scherzarci sopra, anche perchè toccano la sensibilità e la fede di ciascuno di noi.

Quello che non è ammissibile è che questa regola valga per tutti tranne che per Cristo e la religione cattolica. Che la libertà di chi invoca in continuazione la libertà si fermi su quella soglia.
Ci piace, ci commuove, (...)

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