nostro inviato a Verona
Silvio Berlusconi appoggia in pieno la mozione presentata dai capigruppo del centrodestra al Senato che impegna il governo a revocare le deleghe assegnate a Vincenzo Visco dopo le polemiche che oppongono il viceministro delle Finanze ai vertici della Guardia di finanza. Lo ha detto a Verona, in una conferenza stampa svoltasi nel cortile del Tribunale: toponimo evocativo. «Il comportamento di Visco nella vicenda rivelata dal Giornale è lemblema dellarroganza con cui questa maggioranza e questo governo conducono le proprie funzioni e intendono i loro poteri», ha detto il presidente di Forza Italia riferendosi alle pressioni esercitate dal viceministro sul comandante delle Fiamme gialle perché trasferisse da Milano gli uomini che avevano seguito più da vicino le inchieste sullUnipol.
«La situazione è grave - ha poi specificato Berlusconi - perché ci sono in campo versioni impossibili da contraddire, e sono le testimonianze di quattro generali della Guardia di finanza. Dallaltra parte cè un viceministro che dice che non è vero niente e un presidente del Consiglio, Prodi, il quale ha detto che si trattava di promozioni. Io non voglio entrare nel merito delle dichiarazioni - ha aggiunto il leader del centrodestra - ma qui i casi sono due. O hanno mentito il generale che per primo è stato interrogato (Roberto Speciale, ndr) e gli altri quattro generali che hanno confermato le sue parole, e allora questi ufficiali vanno rimossi. Oppure ha mentito un membro del governo, e questo signore deve assolutamente dare le dimissioni perché le bugie del governo sono inaccettabili».
Lex premier ha anche criticato latteggiamento di «molti organi di stampa»: «Mi spiace - ha scandito - che abbiano relegato questo episodio in poco spazio, vogliosi di poterlo presto accantonare se non addirittura seppellire». Il tentativo di mettere da parte una simile vicenda, ha concluso Berlusconi, «non fa bene alloggettività dellinformazione».
«La condotta di Visco - sostiene il centrodestra nel documento presentato al Senato - denota il palese dispregio per il rispetto delle competenze attribuite al comandante generale della Guardia di finanza, comportamenti intesi a porre il Corpo in posizione di soggezione politica rispetto alle direttive indebite del viceministro».
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