da Roma
Strette di mano con generali e soldati dellesercito, qualche fotografia in compagnia di due militari della Brigata Sassari, persino due o tre minuti per giornalisti e telecamere con tanto di battuta ironica a suggellare linsolita mattinata.
In unassolata e quasi deserta Roma ferragostana, Gianni Letta concede il secondo strappo alla sua proverbiale riservatezza nel giro di una settimana esatta. Così, dopo il mercoledì che lo aveva visto mattatore con battute e gag durante la conferenza stampa insieme a Tremonti, Calderoli e Brunetta per illustrare la Finanziaria, è sempre in un mercoledì che decide di far visita in «missione di gratitudine» a due dei presidi militari in città. Prima davanti alla rappresentanza diplomatica palestinese in piazza San Giovanni in Laterano, poi sotto lambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede al Circo Massimo.
Difficile, dunque, non immaginare un legame tra la scelta di Letta e le polemiche delle ultime ore sulla decisione del governo di inviare i militari nei centri urbani. Critiche di cui si è fatta portatrice soprattutto Famiglia Cristiana che ha parlato di «inutile gioco dei soldatini nelle città». Ma sul punto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio è come sua consuetudine prudente. Perché, spiega ai cronisti, «come sapete io non faccio polemiche, mi astengo». Il messaggio, però, è piuttosto chiaro. E come era già accaduto in occasione della conferenza stampa che aveva seguito i resoconti dei giornali sulle decise divergenze tra lui e Tremonti, ancora una volta non arriva tanto con le parole quanto con i fatti.
Perché è ovvio che la «missione di gratitudine» - decisa martedì dintesa con Berlusconi - non può essere casuale. Come non lo sono le strette di mano con il generale Vidotto, le battute con i militari e quei pochi minuti concessi ai giornalisti quasi increduli. «Basta andare in giro, basta accostarsi a una pattuglia - dice Letta - e vedere cittadini che si fermano per dire bravi e grazie». Insomma, è la sua risposta a chi polemizza con le misure del governo in materia di sicurezza, «le divisioni riguardano il teatrino della politica».
E come non aveva lesinato aneddoti e gag presentando la Finanziaria nella sala stampa di Palazzo Chigi, anche nel suo inconsueto tour romano chiude con una battuta per lui alquanto inconsueta: «Le donne dellEsercito - dice con un sorriso salutando una soldatessa della Brigata Sassari - sono belle e marziali».
Per Gianni Letta, dunque, quasi un new deal. Che da indispensabile consigliere dietro le quinte lo sta portando a protagonista del governo. Almeno dal punto di vista mediatico, sintende, visto che sono anni che il Cavaliere non perde occasione per ringraziarlo pubblicamente del suo lavoro tanto da averlo più volte immaginato al Quirinale.
Un cambio di marcia che hanno notato in molti.
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