Sedici bombe in un’ora: almeno 29 morti

New Delhi. È di almeno 29 morti il bilancio delle esplosioni in serie che ieri, per il secondo giorno consecutivo, hanno colpito l’India.
Nel giro di un’ora la deflagrazione di sedici ordigni ha seminato orrore e panico nel centro di Ahmedabad, principale città del Gujarat. Questo Stato occidentale dell’Unione indiana è stato teatro nel 2002 di violenti scontri tra estremisti indù e musulmani che fecero 2.500 vittime. Secondo la polizia locale, i feriti sono un centinaio, molti dei quali in gravi condizioni. Solo un giorno prima, venerdì, tre persone erano rimaste uccise e altre venti avevano riportato lesioni a causa dello scoppio di otto ordigni a basso potenziale a Bangalore, capitale tecnologica del Paese, nel Karnataka. La raffica di esplosioni ieri ha colpito dapprima alcuni mercati molto affollati, poi i pressi di un ospedale e un autobus di linea.


L’India negli ultimi tempi ha registrato un incremento delle attività terroristiche, imputate per lo più a gruppi fondamentalisti islamici operanti nei confinanti Pakistan o Bangladesh. «Quanto è accaduto è opera di terroristi che vogliono destabilizzare il Paese», ha denunciato Shriprakash Jaiswal, sottosegretario all’Interno del governo centrale.

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