Cari ragazzi dItalia, la parte mi è odiosa, ma certe volte ve le andate a cercare. Sembra quasi lo facciate apposta, per dare ragione ai babbioni che con ghigno nonnista vi danno sadicamente dei bamboccioni, dimenticando quanto sia difficile, sempre e comunque, in ogni epoca, il mestiere dessere giovane. Quanto sia impegnativo trovare la strada.
Però, anche voi: non aiutate ad aiutarvi. Sul vostro conto, arrivano da tutte le parti segnali avvilenti. Uno incredibilissimo ce la segnala lavvocato Annamaria Bernardini De Pace, esperta in diritto di famiglia e nota al nostro pubblico come apprezzata opinionista. Il caso: sta cercando una giovane segretaria per il suo studio milanese. Finora ha sostenuto 38 colloqui. Per 38 volte ha ricevuto un cordiale no. Meglio precisare il genere di mansione: lavvocato chiede una reperibilità telefonica dalle 8 e 30 del mattino, larrivo in ufficio alle 9, nonché una leggera flessibilità sullorario di fine giornata, fissato alle 17, ma passibile di allungarsi fino alle 19, ovviamente con gli straordinari retribuiti. Paga base come da contratto nazionale: sui 1.300 euro mensili. Così, a naso, noialtri cresciuti in un altro tempo e in un altro mondo saremmo portati a definirla unoccasione imperdibile, con genitori commossi pronti a regalare il primo vestitino, per fare subito bella figura. Al limite, i più increduli si chiederebbero subito dove sta il trucco. Ma quel posto, posso giurarlo, noi di quel mondo antico non ce lo lasceremmo sfuggire, a costo di aspettare lavvocato Bernardini De Pace tutta la notte sotto casa.
Invece, 38 no su 38 candidate. Cento per cento di rifiuti, al tempo della grande crisi. Le ragazze pensano, valutano, infine girano i tacchi. Dicono tutte che è un lavoro scomodo. Dichiarano apertamente che le richieste sono troppo gravose.
Certo qualcuno può pure pensare che la nostra illustre collaboratrice sia particolarmente sfortunata. Ma, ragazzi miei: quasi per combinazione, in queste ore circolano notizie tutte dello stesso genere. Elaborando i dati del rapporto 2010 di Unioncamere, la Confartigianato comunica quanto segue: in questanno, che è sempre bene ricordare sarebbe un anno di crisi occupazionale, le aziende italiane non riescono a trovare il 26,7% dei lavoratori necessari. Più esplicitamente: delle 550mila assunzioni previste, ne restano vuote quasi 150mila. Qualche dettaglio. Dei 1.500 installatori di infissi che servono, ne manca l83%. Dei 1040 panettieri, se ne copre solo il 39%. Manca il 30% di gelatai e pasticceri, manca il 22% di sarti, manca il 20% di estetisti, parrucchieri e falegnami.
Numeri. Ma che numeri. Sono lespressione di una situazione che ormai si può definire consolidata. Ogni singola realtà segnala i suoi paradossi. Esselunga fatica da sempre a trovare fornai e macellai per i propri laboratori. Non parliamo delledilizia: a spalare malta ormai ci vanno soltanto gli extracomunitari. Negli allevamenti, uguale: i mungitori vengono tutti da India, Sri Lanka e Pakistan. Badanti e infermiere, sappiamo.
Certo fare il manovale nei cantieri e mungere vacche non sono occupazioni rotariane. Fatica e mani sporche sono da molto tempo, da più di una generazione, deterrenti fenomenali alla piena occupazione. Ma qui, cari ragazzi doggi, siamo in presenza di cose più gravi. Tutte vostre. Non si trovano segretarie, sarte, gelatai. Evidentemente volete fare solo gli avvocati e i pierre, gli attori e i giornalisti. Non vi rivolgerò laccusa facilona che vi rivolgono quasi tutti, «al giorno doggi hanno in testa solo di entrare nel Grande Fratello». Non è vero: per i cinque o i diecimila ragazzi dItalia che fanno la fila davanti alla Casa, ce ne sono milioni che provano a fare altre cose. Però, dati alla mano, è evidente che vogliono fare soltanto certe cose. Quanto meno, vi meritate la patente di generazione schizzinosa. E siamo ancora tiepidi. Ripensando alle 38 ragazze che dicono no alla segreteria di uno degli avvocati più noti dItalia, bisognerebbe parlare di generazione smidollata.
Guardiamoci attorno: viviamo nella nazione che continua a piangere sulla disoccupazione, ma ridiamo in faccia a chi offre posti di lavoro. Di che malattia soffriamo? Direi che siamo in preda alla famosa sindrome della comodità. Vorremmo lestate fresca e linverno caldo. Vorremmo benessere senza sacrificio. Vorremmo lavoro senza fatica.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.