Eleonora Barbieri
Per alcuni la memoria è una dote naturale, che sfiora i contorni della leggenda. Secondo gli studiosi, invece, è uno strumento, che si può stimolare e perfezionare quasi a piacere, indipendentemente dalletà. E, proprio per capire che cosa la aiuti di più, in occasione della Settimana della scienza che si è conclusa pochi giorni fa a Sydney gli esperti australiani hanno coinvolto i loro concittadini in un esperimento collettivo, il National memory test.
In tutto, 29.500 persone hanno partecipato a una serie di compiti, come ricordare la lista della spesa, i nomi delle persone conosciute, le loro occupazioni e i loro volti, fino a richiamare reminiscenze più a lungo termine e a individuare le differenze fra immagini simili. I risultati non hanno valore statistico, poiché il test è stato condotto on line, ma danno indicazioni sulle capacità mnemoniche degli australiani e sulle abitudini che favoriscono una buona memoria. Oltre alle prove, infatti, i partecipanti hanno risposto a domande sulla loro vita quotidiana, dallalimentazione alla lettura, dal consumo di alcol a quello di televisione e ciò ha consentito agli esperti di confrontare abitudini e abilità delle singole persone.
Il test mette a tacere alcune convinzioni diffuse, come quella secondo cui gli uomini siano più smemorati delle loro compagne: le donne, infatti, hanno ottenuto punteggi identici a quelli dei maschi in tutti i settori presi in esame. Anche letà non ha influenzato lesito delle prove. Un dato sorprendente che, però, secondo gli studiosi si può spiegare anche con il fatto che il test fosse su internet: avrebbe quindi attratto quasi spontaneamente persone interessate a mantenere il cervello in buona salute. La volontà di esercitarsi è fondamentale per lattività della memoria e, infatti, il National memory test ha dimostrato che gli appassionati di cruciverba ottengono performance migliori. I giochi di enigmistica, anche quelli da tavolo, sono un trucco semplice ed efficace per mantenere sveglia la mente, anche quando letà comincia ad avanzare: limportante è non accompagnare la serata con troppo alcol, che ha un effetto decisamente negativo sullabilità di rievocare ricordi. Al massimo, due bicchieri al giorno: chi supera questo limite, infatti, nelle prove ha ottenuto i voti peggiori, soprattutto quando si tratta di ricordare i nomi delle persone. Lo stesso vale per chi faccia uso di sostanze stupefacenti. Chi ha fumato marijuana negli ultimi cinque anni ha mostrato difficoltà soprattutto con la memoria «lavorativa», quella a breve termine, che consente di ricordare i fatti della vita quotidiana, dal numero da comporre al telefono alla lista della spesa. Questultima appare una «specialità» degli australiani che, in media, sono riusciti a tenere a mente sette prodotti su dieci.
Unaltra abilità diffusa è quella a ricordare i volti delle persone: la media è di sei «riconoscimenti» azzeccati su sei. È più difficile, invece, rievocare i nomi degli altri, anche di persone appena incontrate: unesperienza frequente, magari dopo aver appena stretto la mano a uno sconosciuto, ma che può essere migliorata se si ha la costanza di tenere un diario. Le professioni altrui, invece, rimangono impresse nella memoria con più facilità. Questultima capacità è favorita anche da unabitudine molto comune, quella di bere the e caffè. La caffeina stimola la memoria a breve termine e aiuta anche a ricordare gli oggetti, come nel caso della «lista della spesa», un test che è superato con punteggi brillanti anche da chi mangia spesso pesce e dagli appassionati di quiz televisivi.
Il piccolo schermo, però, non è considerato un alleato della memoria: solo chi ha dichiarato di non guardare la tv o di seguirla, al massimo, per unora al giorno ha ottenuto buoni risultati.
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