Selex, accordo da 300 milioni per proteggere i confini libici

La Libia ha scelto Finmeccanica per proteggere i suoi confini: il contratto siglato ieri da Selex Sistemi Integrati vale 300 milioni, ma soprattutto apre grandi prospettive al gruppo nel settore dell’«homeland security», tra i più promettenti in termini di crescita.
Ne è convinto il presidente e ad della holding di piazza Monte Grappa, Pier Francesco Guarguaglini: «In Libia ci sono varie prospettive - ha affermato durante l’audizione in Commissione Industria del Senato -. Il contratto di oggi riguarda una cosa abbastanza nuova che abbiamo offerto anche ad altri Paesi e la commessa libica costituisce un’importante referenza che sarà ancora migliore una volta che il sistema sarà dispiegato». Il mercato della sicurezza interna, ha spiegato il numero uno di Finmeccanica, nel 2006 aveva un valore complessivo di 45 miliardi di euro e le stime indicano per il 2016 un valore attorno ai 100 miliardi di euro.
E ci sono commesse in vista anche per un’altra società del gruppo, Ansaldo Sts: per ora è solo un piccolo contratto in Russia «da circa 10 milioni di euro per una tratta non molto estesa allo scopo di valutare questa tecnologia. Se l’esperimento sarà soddisfacente si aprirà per noi un importante mercato in Russia», ha detto Guarguaglini. Non solo: in Libia, ha ricordato il numero uno di Finmeccanica, «i cinesi hanno realizzato una parte importante del sistema ferroviario e noi ci siamo aggiudicati la commessa per il segnalamento. Ora la parte restante verrà costruita dai russi e se va bene il contratto in Russia abbiamo buone prospettive anche in Libia».
Insomma, il gruppo sta lavorando per crescere, e «viaggia verso un fatturato di circa venti miliardi nel 2013», ha detto Guarguaglini. Ma subito dopo, l’ad di Finmeccanica approfitta dell’audizione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, a cominciare dalla questione incentivi: «Credo - ha affermato - che bisogna misurare le risorse. Nell’ambito di quelle disponibili chiediamo più risorse perché se Fiat chiede risorse per la rottamazione noi le chiediamo per lo sviluppo di prodotti che danno molto più futuro. Credo inoltre - ha aggiunto - che una maggiore collaborazione tra industria, difesa e governo potrebbe migliorare la situazione».
Infine, ma non meno importante, il capitolo nucleare: Finmeccanica ci crede fortemente e vuole entrarci con intese sia con la statunitense Westinghouse sia con Enel-Edf, ma non è soddisfatta dell’andamento dei negoziati con Areva, la società d’Oltralpe che dovrebbe costruire le centrali per conto del consorzio italo-francese.

«Con Westinghouse l’accordo va bene sia dal punto di vista industriale che commerciale mentre non è così per Areva - ha spiegato Guarguaglini -. Le commesse infatti devono riguardare sia Ansaldo Energia che Ansaldo Nucleare»

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