da Milano
Anche per il governatore di Bankitalia, come per la Ue, i conti correnti italiani sono ancora troppo cari. Cè anche un numero, lasciato quasi cadere dalla relazione letta ieri da Mario Draghi al Forex. Numero riferito a «precedenti analisi», ma inconfutabile in quanto frutto di «un campione di conti esaminati in ispezione»: il costo medio annuo per la gestione di un conto corrente è di 163 euro.
Così si è chiusa una brutta settimana per il sistema bancario italiano, di nuovo sul banco degli imputati per i costi dei conti correnti, dopo la reprimenda arrivata mercoledì da Bruxelles. Ieri Draghi, nel discorso davanti alla platea torinese, è stato meno diretto rispetto a precedenti interventi pubblici, ma non meno chiaro sulla necessità di un corretto rapporto tra banche e clientela, anche ai fini della stabilità del sistema. Bene per le liberalizzazioni estese anche al credito, ma è necessario evitare una minuziosa prescrizione legislativa. Da qui una sferzata alle banche: «Liniziativa spontanea degli operatori è la migliore difesa contro la possibilità di una regolamentazione intrusiva, che rischia di irrigidire il mercato e di contraddire quelle stesse finalità di tutela dei contraenti deboli a cui essa si ispira». Le banche si muovano, dunque, e siano celeri nella riduzione degli oneri per la clientela, in particolare quelle neonate dalle aggregazioni: il consolidamento deve tradursi in prezzi più bassi e migliore qualità dei servizi. A cominciare dai conti correnti.
Draghi ha citato le considerazioni finali: «Lesigenza», disse a maggio, di eliminare i costi legati alla chiusura dei conti correnti. Ma ieri ha aggiunto un elemento in più: serve il trasferimento automatico dei servizi collegati, in tempi rapidi e certi. Il rapporto della commissione Ue sulla concorrenza nel settore viene citato espressamente dal governatore, che ricorda sia la cifra dei 90 euro indicata da Bruxelles per i costi di gestione in Italia, sia la media europea di 14 euro. Il governatore, parlando a braccio, ha avvertito che vanno giustamente considerate le differenze tra un Paese e laltro, dovute ai pacchetti di servizi inclusi nei conti correnti.
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