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Sentinelle del sesso per multare le prostitute che lavorano a casa

Dopo la caccia alle lucciole in strada, il sindaco di Verona Tosi vara l’ordinanza per sfrattare quelle che esercitano in appartamento

Sentinelle del sesso per multare 
le prostitute che lavorano a casa

Verona - Flavio Tosi non è uno che parla a vanvera e poi dimentica quel che ha detto. Alle parole il sindaco di Verona fa seguire le ordinanze. E poi le fa pure rispettare, sia pure tra mille difficoltà. E così, dopo aver anticipato in un’intervista a il Giornale l’intenzione di dichiarare guerra alla prostituzione in appartamento, con l’inizio del nuovo anno passerà all’ufficio protocollo per mettere nero su bianco l’ordinanza che prevede sanzioni salate per chi pratica il mestiere più antico del mondo in casa.

Ne aveva parlato per la prima volta alla festa dell’Unità di Bologna, nel corso di un dibattito col collega sindaco Sergio Cofferati, uno molto distante dal punto di viste delle idee politiche ma molto vicino quando si tratta di escogitare soluzioni pratiche relative all’ordine pubblico.

In quell’occasione Tosi riportava le tante lamentele che riceveva da parte dei residenti in condomini dove alcuni appartamenti venivano utilizzati come palestre del sesso. Lamentele che erano state riprese e fatte proprie anche da Confedilizia, preoccupata dal degrado di questi palazzi. In quell’occasione Tosi si spinse oltre, auspicando il trasferimento della prostituzione in luoghi ad hoc, dove l’esercizio non provocasse disagio ai cittadini. Un’opzione, quest’ultima, che aveva sollevato più di qualche polemica all’interno della stessa maggioranza di centrodestra e in ambienti vicini alla curia veronese.
Stavolta non c’è polemica che tenga, perché Tosi, dopo aver colpito seriamente il fenomeno della prostituzione su strada elevando al massimo di 500 euro la sanzione a carico dei clienti, ha deciso di correre in soccorso di chi ha la sventura di abitare in condomini trasformati in bordelli. E tra pochi giorni, secondo le intenzioni del sindaco, scatterà a Verona l’apposita ordinanza che si inserisce in uno dei piani più severi adottati da una amministrazione comunale in materia di ordine pubblico.

«Dopo averle allontanate dalla strada - ha ribadito il primo cittadino leghista - ora vogliamo colpire anche le prostitute, e sono molte, che esercitano in casa. E con l’ordinanza che emanerò nei prossimi giorni l’intenzione è quella di sanzionare chi crea disturbo nei condomini».
Detta così, pare semplice. Ma come si fa a stabilire chi crea disturbo? Come faranno le forze dell’ordine a monitorare l’intero patrimonio immobiliare della città e stabilire con precisione quali e quanti siano i bordelli finora legalizzati? Tosi non è nuovo all’idea delle ronde, che però in questo caso paiono davvero poco praticabili. In realtà saranno gli stessi abitanti dei condomini a segnalare le eventuali situazioni di disagio. A quel punto l’ordinanza comunale avrà efficacia e andrà a colpire i responsabili.

Colpire come? Questo è un altro punto dolente, come già nel caso delle multe affibbiate ai clienti delle prostitute di strada. A proposito delle prestazioni in appartamento, il sindaco di Verona pensa a un importo a salire, tipo 100 euro alla prima infrazione, 200 alla seconda e 400 alla terza. Tuttavia non nasconde che in alcuni casi diventa impossibile far pagare il dovuto. «Quando i colpevoli sono tossicodipendenti o alcolisti - spiega Tosi - o comunque gente che risulta priva di beni e di redditi, nessuno si fa vivo per pagare perché tanto non hanno nulla da perdere e non rischiano altri provvedimenti. L’unica soluzione potrebbe essere la cella di sicurezza, anche per un giorno».

Dopo aver fatto sgombrare il campo nomadi di Boscomantico, dopo aver fatto «liberare» la scuola di Borgo Venezia occupata dal centro sociale «La Chimica», dopo aver sferrato un duro colpo alla prostituzione su strada elevando al livello massimo le contravvenzioni, ora Tosi mette nero su bianco la dichiarazione di guerra alla prostituzione in appartamento. E se i colpevoli non pagano la multa, in prigione per una notte a meditare sull’accaduto.

Difficile che questa gliela facciano passare, ma se dovessero indire un referendum tra i veronesi, già da domani sera sarebbero in tanti quelli destinati a finire al fresco.

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