Servizio rimozione carcasse: «strangolate» le ditte private

Il Comune paga solo un terzo del dovuto al consorzio Cccr che perde anche l’appalto 2007-08: cento posti a rischio

Carcasse di auto abbandonate sui marciapiedi, bruciate o semidistrutte. Una scena consueta nella capitale (soprattutto in periferia) e che rischia di diventare sempre più familiare a causa dell’ennesimo episodio di malagestione da parte del Campidoglio. Nel 1999 infatti, l’amministrazione e la Polizia municipale hanno affidato il servizio di «rimozione di veicoli in presunto stato di abbandono su aree a uso pubblico ex DM 460/99» a un consorzio formato da cinque ditte, il «Consorzio dei centri di raccolta di Roma». Il contratto stipulato con il «Cccr» prevedeva le rimozioni di veicoli a motore o a rimorchio autorizzate da Regione, Prefettura e riconosciute dalla Provincia.
Fin qui tutto apparentemente sotto controllo, se non fosse che in questi otto anni il Comune ha accumulato debiti con il Consorzio per tre milioni di euro, evitando di corrispondere le cifre pattuite. Il resto è storia degli ultimi mesi: gli affidatari del servizio chiedono all’amministrazione la liquidazione di quanto dovuto. Il Campidoglio replica proponendo al «Cccr» di transare l’importo da versare. Si apre così una trattativa sull’entità della riduzione che coinvolge l’ufficio amministrativo-contabile della polizia municipale, l’Avvocatura comunale, Segretariato e Ragioneria generale e che si chiude con un accordo da «saldi di fine stagione» per il Campidoglio, che si impegna a versare alle ditte consorziate poco più di un milione di euro - circa 230 mila euro a ditta - invece dei tre milioni dovuti. Un sacrificio economico che il «Cccr» avrebbe accettato - secondo alcune indiscrezioni - incassando la promessa dell’affidamento del servizio per i prossimi cinque anni.
Voci di corridoio a parte, il 7 dicembre scorso il Comune indice la gara (prot. 97028 del 07/12/06) per l’affidamento del servizio per gli anni 2007/08, e il Consorzio presenta la sua offerta nei termini prescritti dal bando versando i relativi depositi cauzionali. Ma mercoledì 20 giugno, dopo sei mesi, arriva la sorpresa: con una lettera, l’ufficio amministrativo contabile della polizia municipale informa il «Cccr» - e per conoscenza il comandante del Corpo, Giovanni Catanzaro - che la gara sopracitata è stata dichiarata «infruttuosa» e che sono stati «già avviati gli atti per procedere alla restituzione del deposito cauzionale versato in sede di offerta». Contestualmente si «coglie l’occasione per richiedere la disponibilità a prolungare ulteriormente il servizio fino al 31 agosto 2007». «Il bando è nullo - comunica in sostanza l’ufficio competente alle cinque ditte interessate - e per il futuro poi si vedrà. Intanto garantite il servizio per i prossimi due mesi». Il tutto per la gioia dei circa cento dipendenti del Consorzio che rischiano di perdere il posto di lavoro, e nonostante i costi ridottissimi per le rimozioni di cui il Campidoglio ha goduto in questi anni.
Sulla questione è intervenuto anche il consigliere di Forza Italia in I municipio e presidente della commissione «Trasparenza e Garanzia», Fabrizio Sequi: «Siamo di fronte all’ennesimo caso di strangolamento di aziende private da parte del Comune.

Senza contare che nel nuovo Piano regolatore non sono stati individuati né nuovi siti per lo stoccaggio e la demolizione dei veicoli rimossi né la costituzione di nuovi depositi, con l’eccezione dell’area - indicata attraverso una delibera di giunta - di via Prenestina all’altezza di via Palmiro Togliatti. Fa riflettere come la giunta Veltroni preferisca continuare a sperperare in consulenze esterne e tiri la cinghia su un servizio fondamentale per la città come il decoro urbano».

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