da Tokyo
Il nome del nuovo erede al trono giapponese non è stato ancora annunciato. Secondo la tradizione il nome sarà imposto al neonato a sette giorni dalla nascita, durante la cerimonia del Meimei-no-gi, un rituale che regala allevento della nascita dellerede maschio al trono del Giappone un alone di ulteriore fascino.
Il padre, principe Akishino, lascerà allora sotto il cuscino del figlio una scatoletta di legno contenente un foglietto di carta fatta a mano con il nome.
Akishino potrà scegliere come chiamare il figlio, ma servirà l'approvazione finale dell'imperatore Akihito. La scelta non è facile perché bisognerà indicare un nome che non è mai stato usato dai precedenti imperatori di una dinastia che risale a 2600 anni fa e proclama la sua discendenza dalla dea del sole, Amaterasu Omikami.
Il nome, come è costume fra i giapponesi, sarà frutto di una combinazione di ideogrammi fra i 2.928 esistenti. Importanti dal punto di vista augurale saranno sia il numero che il significato delle sillabe scelte.
La tradizione prevede che i nomi degli imperatori terminino con il carattere «hito» che rappresenta il più alto livello di moralità. È probabile che i caratteri scelti vengano poi adottati in varie combinazioni da molti dei prossimi nati in Giappone: quando nacque Aiko, unica figlia del primogenito dell'imperatore Naruhito, il carattere «ai» (amore) divenne una delle radici preferiti per i nomi delle bambine.
Akishino e la moglie Kiko hanno già due figlie, Mako e Kako, il cui nome comprende il carattero «ko» (donna nobile), tradizionalmente scelto dalla casa imperiale, ma ampiamente diffuso fra la popolazione femminile.
In ogni caso, qualunque sarà la scelta della famiglia reale, questa influirà sulle prossime generazioni di bambini giapponesi.
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