Forse non sarei mai andata in crociera se non fossi stata invitata per un viaggio di lavoro. Sette giorni in sette porti dei Caraibi, tra le Antille e le Isole Vergini britanniche, su un paese galleggiante di quindici piani (pardon, ponti), trecento metri di lunghezza e trenta di larghezza, duemila ospiti, novecento membri dell’equipaggio. Si naviga tutta la notte, all’alba si avvistano i primi lembi di terra per attraccare a metà mattina. Chi vuole scende a terra, se qualcuno non ha voglia resta in piscina a prendere il sole. O a guardare dall’alto l’Oceano, con libro in una mano e pina colada nell’altra.
Io sono scesa a Guadeloupe, Antigua, La Romana (poco distante da Santo Domingo), Saint Martin, Saint Lucia, Tortola, Virgin Gorda. Si vede un po’ di tutto, come quando al ristorante ordini gli assaggini e spizzichi. Siamo sbarcati anche su un lembo di terra di nome Isla Catalina, striscia di sabbia bianca concessa in gestione alla Costa Crociere. Un instancabile servizio di lance porta avanti e indietro gli ospiti. Casette dipinte di colori sgargianti, palme, un mercatino di quadri e souvenir, barbecue con i piedi in acqua. Dalla Romana si può andare in escursione a Santo Domingo (nove ore, abbastanza impegnativo) o visitare l’Isola di Saona con le piscine naturali. In barca si beve Vitamina R, cioè il rum che da queste parti è rimedio a ogni male, e poi ci si lancia a dar fastidio alle stelle di mare. Sull’isola palme, mangrovie e gazebo ombreggiati per mangiare aragosta alla brace con patatine fritte e birra locale.
Il problema principale, se così si può dire, è decidere la destinazione migliore per ciascuna isola. Il tempo a terra è limitato, alle cinque e mezza del pomeriggio scatta il “tutti a bordo!” e bisogna scegliere se andare in spiaggia o salvare la coscienza da viaggiatori e correre a visitare qualcosa.
A Guadeloupe, a mezz’ora di taxi dalla nave, c’è la bella spiaggia pubblica di St Anne, dove si può stendere un pareo sotto la palma, bere cocktail miscelati in spiaggia, pranzare sotto le tettoie colorate degustando (per chi riesce a deglutire il miscuglio strong) rum bianco con un pizzico di lime. In alternativa, si può girare rapidamente la Basse Terre con un’escursione organizzata alle cascate, al giardino botanico e ovviamente in distilleria. A Saint Martin/Sant Marten, mini isoletta che si divide tra la parte francese e l’olandese, si può decidere se scegliere l’allure francofona o il divertimento più chiassoso di Sant Marten.
La costa e le spiagge sono splendide dappertutto, ma in una delle isole conviene anche fare un giro nell’interno. La vegetazione è lussureggiante a Guadeloupe o a St Lucia, mentre ad Antigua conviene dedicarsi al mare, perché banani e pomodori rischiano di deludere le attese. Antigua (dove hanno casa molti vip) ha invece un bel porticciolo, con localini gradevoli e abbordabili come l’Hemingway’s (terrazza con vista struscio) e il Roti King, baretto spartano dove un roti al pollo - sorta di piadina carainbica, specialità locale - una birra e un fruit punch costano nove dollari americani.
St Lucia è un trionfo di spiagge suggestive come Soufiere, sotto i Pitons (due formazioni vulcaniche di 800 e 750 metri che sono il simbolo dell’isola) e Marigot Bay, incantevole baietta amata dai velisti a cui si arriva da terra con un minuto di traghetto (un dollaro andata e ritorno). A St Lucia meritano anche i paesini interni come Ans La Raye (sulla strada per i Pitoni), villaggio la cui principale attrazione è una bella chiesa quasi appoggiata sull’acqua. Imperdibile Virgin Gorda, dove si approda con un’escursione (o un traghetto pubblico) da Tortola, luogo in cui attracca la nave. La spiaggia top si chiama The Baths, due spiaggette collegate da grotte, massi e pozze d’acque che danno l’impressione di concedersi qualche minuto di attività fisica.
Appena ci si abitua, tornare al molo la sera diventa un appuntamento piacevolmente rassicurante. Si consiglia un abbigliamento adeguato per essere a proprio agio con il servizio a tavola impeccabile. Al casinò si gioca alla roulette, a black jack, poker e alle immancabili slot machines, ma solo quando la nave è al largo. In biblioteca si naviga su internet e si sfogliano libri nella lingua preferita. All’Harry’s bar si sorseggiano drink sui velluti, al bar della piscina in mezzo a sdraio e lettini. In cappella, che rimane aperta ventiquattro ore, un sacerdote celebra la messa tutti i giorni. A bordo ce n’è per tutti i gusti. (Le partenze sono previste dal 19 dicembre 2009 al 3 aprile 2010.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.