La sfida di Pato: "Napoli tricolore, Europa a noi" E sullo scudetto Galliani ci metterebbe la firma

È passata solo qualche settimana ma la vita di Napoli e Milan si è capovolta all’improvviso I rossoneri, con mezza squadra fuori servizio, già costretti a inseguire Gli azzurri in cerca di vendetta. Cavani: "Abbiamo dei conti da saldare".

La sfida di Pato: "Napoli tricolore, Europa a noi" 
E sullo scudetto Galliani ci metterebbe la firma

È passata solo qualche settimana ma la vita di Napoli e Milan si è capovolta all’improvviso. I campioni d’Italia, reduci dal trionfo di Pechino sull’Inter, si sono infilati in un tunnel buio: primo pari con la Lazio, poi una sequenza impressionante di infortuni, quindi sono usciti vivi dal Camp Nou con «mucha suerte» (parole di Adriano Galliani), infine sono pronti a volare per Napoli senza otto protagonisti. Al contrario il Napoli si è infilato in una magnifica centrifuga. Ha dominato senza nemmeno scomporsi a Cesena, nella prima di campionato, ha stupito la platea inglese e lasciato di stucco il Manchester City al ritorno in Champions dopo 21 anni di latitanza.

Sono le vicende della vita e del calcio, si potrebbe chiosare. E invece è come se si stesse preparando un altro film, completamente diverso da quello vissuto nel torneo precedente. «Abbiamop dei conti da saldare» è la frase di Cavani. Per molti mesi fu l’antagonista principale di Ibrahimovic e del Milan, con due soli, enormi rimorsi, le sconfitte patite all’andata e al ritorno, nei confronti diretti. Di misura quello di Napoli, in 10 contro 11 per larghi tratti, sontuoso e senza storie quello di febbraio a San Siro, con un rotondo 3 a 0 sulla schiena di De Sanctis, il portiere. Non mancarono le scintille tra i due tecnici, livornesi entrambi ma divisi da una gustosa rivalità. Adesso che Mazzarri si è lamentato per avere un giorno in meno rispetto al Milan per recuperare le forze, Allegri ha sbottato: «L’anno scorso voleva scegliere l’arbitro, ora vuole fare il calendario dell’Uefa» la stoccata.

«Nonostante le assenze nessuna paura». Adriano Galliani non è il tipo da pannolone quando il tempo, a Milanello, segna tempesta e c’è la necessità di aprire gli ombrelli per ripararsi dalle disgrazie. «In undici giocheremo» è il suo pragmatismo diventato precetto anche a Barcellona dove fu tra i pochi a incoraggiare un gruppo rimasto muto per il ko di Ibrahimovic. «Firmerei subito per il Milan campione di Champions e lo scudetto al Napoli» la sua frase che da ieri pomeriggio ha preso a campeggiare su tutti i siti, le tv e anche le radio nazionali. Gli ha fatto eco, intervistato da Skysport24, Aurelio De Laurentiis che ha già cominciato a pregusatare la rivincita sul Milan: «Le assenze contano poco per un grande club come il Milan» la sua osservazione. Chissà se avrebbe commentato allo stesso modo l’elenco dei caduti dalle parti di Castelvolturno, dove Lavezzi, l’unico degli indisponibili è pronto a recuperare e stringere i denti dopo il colpo subito in Inghilterra che lo costrinse ad abbandonare la sfida proprio qualche minuto prima del gol di Cavani.

Il Milan è ridotto a pezzi, costretto a votarsi al talento esclusivo di Pato e alla resistenza di Thiago Silva, i due eversori di Barcellona.

Ibrahimovic è a Stoccolma per curarsi, Boateng di ritorno da Monaco di Baviera (il medico del Bayern è diventato il nuovo referente dei rossoneri) non ha ancora saputo se i dolori provengono da microfratture alle costole, Gattuso è sottoposto a continui esami neurologici , dall’esito negativo, per decifrare la natura del fastidio ottico (ha perso la visione periferica), Ambrosini ko per un mese, Inzaghi fa compagnia da tempo a Robinho, Mexes e Flamini. A poche ore dalla festa di San Gennaro, sembra proprio spacciato.

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