nostro inviato a Catanzaro
Nellinchiesta catanzarese sul comitato daffari trasversale supportato da partiti politici, imprenditori, forze dellordine e massoneria occulta radicata nella cosiddetta «Loggia di San Marino», il personaggio centrale sarebbe Antonio Saladino, già responsabile del sud per la Compagnia delle opere. Nella sua agenda elettronica sequestrata il 18 giugno scorso dal pm Luigi de Magistris, numerosi i riferimenti e i numeri di telefono considerati investigativamente «interessanti». Tra questi, la procura si sta concentrando su un numero di telefono cellulare che nella rubrica di Saladino figurava accanto al nome di Romano Prodi. In realtà lintestatario di quella utenza è risultata la società «Delta» che apparterrebbe per il 30 per cento - secondo la procura - a un noto istituto di credito di San Marino, istituto che avrebbe avuto intensi rapporti con la società Nomisma, di cui Prodi è stato un autorevole rappresentante. Il telefonino in questione, sempre a detta degli inquirenti, sarebbe ora intestato ai «Democratici Ulivo - piazza Santi Apostoli, Roma». Intorno a questo numero, Luigi de Magistris cerca di trovare ulteriori riscontri anche sui rapporti tra lo stesso Saladino e Piero Scarpellini, che per il Pm è «persona di assoluta fiducia del premier Prodi».
Scarpellini è infatti consulente del premier e, si legge sempre nelle carte in mano al Pm, «sembra avere una passione per gli affari tra Italia e nord Africa». E se da palazzo Chigi si precisa che si tratta di «un consulente non pagato», a settembre scorso L'Espresso ne metteva in evidenza proprio il ruolo nei rapporti tra Italia e Libia e sottolineava non solo lamicizia con Romano Prodi, ma anche il fatto che spesso Scarpellini «gira su auto della presidenza del Consiglio». Inoltre, sempre secondo L'Espresso, dal 2004 il figlio di Scarpellini, Alessandro, svolge la funzione di portaborse del presidente del Consiglio. Ed è grazie a lui, sempre secondo il settimanale, che Giulio Santagata, ministro per lAttuazione del programma, ha incontrato privatamente boiardi di Stato e alti funzionari del governo Gheddafi.
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