Fu l'artefice della conquista di Etiopia, Egitto, Media. Sotto il suo regno, Babilonia fu capitale del mondo antico, città-mito ornata di rigogliosi giardini pensili, centro di pensiero e di civiltà. Pure, il nome di Semiramide non è certo indice di governo illuminato. Regina corrotta e lussuriosa - Dante l'alloggia nel canto V del suo Inferno -, è dipinta dagli storici medievali, e in particolare da Paolo Orosio (V secolo) come una donna disonesta che legittimava la sua condotta rendendo legale ciò che piaceva ai sudditi.
Di Semiramide si parlerà oggi pomeriggio nella sala Sforzesca del Castello (ore 17.45), ma non per ricostruirne la figura o per analizzare passaggi della sua vicenda storica. La regina sarà il punto di partenza per una discussione su quel filone di studi archeologici dedicati al mondo femminile, ultimamente arricchitosi di un nuovo studio, contenuto nel volume da poco apparso da Skira. Il titolo del libro è lo stesso della conferenza: Semiramide e le sue sorelle. Immagini di donne nell'antica Mesopotamia (320 pagine, 29 euro).
A presiedere l'incontro, organizzato dall'Associazione di Amicizia Italia-Siria in collaborazione con Comune e Provincia, provvederà Yacoub Aslo, presidente della stessa associazione. In calendario sono previsti gli interventi di Samir Al Kassir (ambasciatore siriano in Italia) e di Atyeh Isber, presidente per la Lombardia della comunità araba-siriana. E soprattutto di Frances Pinnock, archeologa, docente all'università di Parma e, dal 1970, membro della missione archeologica italiana a Ebla, in Siria. Nonché autore del libro.
Quella di Pinnock è un'operazione che, attraverso un sano revisionismo storico, ribalta un paio di luoghi comuni. Come quello che vuole che nelle società arcaiche i linguaggi del potere siano in prevalenza maschili. Circostanza smentita dall'analisi del materiale rintracciato durante gli scavi nell'antico Vicino Oriente.
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