Si calano dal balcone. In bocca agli agenti

Agenti, soldati e adesso di guardia al quartiere anche l’Associazione poliziotti italiani e i Blue Berrets. Perché il degrado di via Padova e via Palmanova, dove gli italiani sono ormai minoranza etnico-linguistica, è fuori discussione. La zona negli ultimi anni si è riempita di disperati sempre pronti a rubacchiarsi i pochi averi l’uno l’altro. Basti pensare che nel giro di pochi giorni i carabinieri hanno arrestato due bande di topi d’appartamento, finiti nelle loro braccia direttamente dalle case appena svaligiate. Ladri che avevano il loro covo a due passi: quelli di via Padova abitavano in via Arquà, quelli di via Palmanova in via Narni. Le vittime: altri poveracci come loro, che a vuotargli casa non arrivi a mille euro di bottino.
Il primo arresto è stato effettuato qualche notte fa in via Palmanova. Un equipaggio del Radiomobile ha notato due ombre scendere agili dal quinto piano lungo i tubi di un’impalcatura. I carabinieri si sono limitati ad aspettarli. Una volta bloccati i mariuoli si sono rivelati essere egiziani, fratelli ed entrambi minorenni, rispettivamente di 15 e 14 anni. Risultano in Italia con permesso di soggiorno, anche se non è chiaro come l’abbiano ottenuto poiché nella loro casa di via Narni, traversa di Palmanova, non c’è traccia di genitori. Recuperata la refurtiva (valore intorno ai 6mila euro) poi restituita al proprietario, un italiano di 35 anni, i carabinieri hanno portato i due fratelli a finire la nottata in guardina, per poi trasferirli il giorno dopo al carcere minorile Beccaria.
Altra notte, altro giro di pattuglia. Questa volta siamo in via Padova, verso le 5.30. Un equipaggio dell’Arma vede nel buio un figura esile che si sta calando dal secondo piano usando come «scaletta», la tenda di un bar. Una pigiata all’acceleratore e l’autoradio è a ridosso del malvivente. Un’occhiata più attenta e i carabinieri scoprono come non sia solo: ci sono altri tre complici intenti a salire su un’Opel Tigra. Tentano la fuga ma vengono tutti acchiappati. Si tratta di tre romeni, due di 24 e uno di 23 anni, residenti in una traversa di via Padova, via Arquà 13. Vale a dire proprio davanti al condominio dove il giorno prima era morto, per causa in corso di accertamento, un bambino di due anni e mezzo. Una triste storia di degrado: figlio di una prostituta tossicodipendente di 25 anni, era stato messo «a balia» con il fratellino di 3 mesi presso una romena per 50 euro al giorno.
I tre ladri sono finiti in cella direttamente com’erano, cioè in «divisa da ladri» come Capanelle nei «Soliti Ignoti»: canottiera, pantaloncini corti, scarpe da ginnastica. Il quarto arrestato è un italiano di 49 anni, nato a Trapani ma residente con i romeni: l’autista della «banda». Nel bagagliaio della vettura la refurtiva: quattro oggettini d’oro, un paio di cellulari, un pc portatile con video camera. E soprattutto pelliccette e giubbottini piuttosto chiassosi.

Sì perché la vittima del furto è un peruviano di 60 anni dalle tanto strane quanto inequivocabili tendenze. Anzi pare sbarchi ancora il lunario come travestito. Giusto per non farsi mancare nulla, come si dice in questi casi.

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