Sarà anche un Paese comunista, ma in Cina la proprietà non è più un furto da un pezzo. Basta chiedere allo studente di 17 anni di Chenzou, una città della parte centrale del Paese, che ha rinunciato alla proprietà di uno dei propri reni pur di entrare in possesso di un iPad e un iPhone. Anche nellex Celeste impero del resto, i due gioiellini della Apple attirano folle entusiaste come succede in tutte le capitali del consumismo occidentale, da Milano a New York.
Lespianto del rene in realtà risalirebbe esattamente a un anno fa, quando il giovane di cui è stato reso noto solo cognome, Wang (più comune che Rossi da noi), ha accettato lofferta di denaro, pari a circa 2.600 euro, in cambio del suo organo. Il ragazzo avrebbe risposto a un annuncio on line finendo nella rete di trafficante di organi che aveva incassato dal committente 26.000 euro per organizzare il trapianto e aveva dato il 10 per cento al fornitore della «materia prima» e diviso il resto con i complici, tra cui un medico, che hanno eseguito il trapianto. In Cina circa 1,5 milioni di persone hanno bisogno di un trapianto, ma solo 10mila operazioni vengono eseguite ogni anno.
Il ragazzo, dopo lintervento, sarebbe stato male e la famiglia si sarebbe insospettita vedendolo in possesso di tanto denaro, facendo scattare la denuncia. Ora cinque persone sono state rinviate a giudizio per commercio illegale di organi. Il «consumismo comunista» sta diventando un fenomeno sempre più allarmante in Cina.
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