Si rinnova la Girandola di Castel S. Angelo Furono Michelangelo e Bernini a inventarla

Trenta minuti ininterrotti di teatro pirotecnico, con la mise en scene di più fuochi che inanellano effetti di «fontane falistranti» che si accendono in sequenze di pochi secondi l’una dall’altra. Torna più complessa e quasi raddoppiata nei tempi (con nuovi dodici minuti in più) la «Girandola di Castel Sant’Angelo» alla sua terza edizione, in programma per lunedì 28 giugno dalle ore 21,30 alle 22, presentata nella Sala Paolina del monumento dal presidente della Commissione cultura Federico Mollicone, dall’ideatore e organizzatore Giuseppe Passeri e dalla nuova direttrice di Castel Sant’Angelo Maria Grazia Bernardini. «Con la Girandola - dice Mollicone - vogliamo riscoprire una tradizione antica e unica di Roma, ma anche celebrare i Santi Pietro e Paolo, oltre a rendere omaggio al Santo Padre». Sei sono i punti di avvistamento consigliati (lungotevere Tor di Nona, lungotevere Altoviti, Ponte Vittorio Emanuele II, Ponte Principe Amedeo di Savoia Aosta, Ponte Umberto I e via Banco di Santo Spirito). La Girandola è promossa dal comune di Roma e dal ministero per i beni culturali, e prevede un costo di 50mila euro. Come avverte Passeri, appassionato fin da bambino di questa antica tradizione romana, «quest’anno la Girandola è molto più complessa e spettacolare. La novità è che grazie a un apparato tecnologico più sofisticato, costituito da centraline radio per l’accensione dei fuochi che abbiamo fatto costruire appositamente in Austria, abbiamo i supporti per accogliere una sequenza armonica di più girandole come fontane falistranti. E se in passato occorrevano almeno cento uomini per azionare e manovrare questo spettacolo, oggi riusciamo a farlo con circa quindici persone in assoluta sicurezza per loro e per l’ambiente, rispettando la giocosità della girandola».
Uno spettacolo cui stanno lavorando, come racconta Passeri, da almeno sessanta giorni curando nel dettaglio i disegni pirotecnici, che come vuole la tradizione furono curati da Michelangelo quando era al servizio di Papa Giulio II. Ma anche Gianlorenzo Bernini diede il suo contributo studiandone la scenografia. Non a caso, come racconta Passeri, le soluzioni decorative di piazza di S. Maria della Minerva e di piazza Navona con la fontana dei Fiumi vennero ispirate al Bernini dalle macchine pirotecniche. Con quest’evento si recupera una tradizione romana che prese il via nel 1481 per celebrare il pontificato di Sisto IV. «All’epoca era una girandola più schietta e genuina - dice Passeri - poi nel tempo si è raffinata e perfezionata tecnicamente e artisticamente, armonizzandosi con giochi di colori e movimenti ritmati. La girandola è dimostrazione di estro e fantasia. È pura forma di teatralità del fuoco. Sono questi elementi a differenziarla dai classici fuochi d’artificio più statici. La girandola, infatti, sfoggia movimenti e giochi di luci simile alle fontane. Era considerato un gioco delfino perchè ne imitava i motivi d’acqua.

Fu uno stimolo per l’arte e l’architettura, come nel caso del Bernini».
Mollicone invita il pubblico a non passare sul lungotevere a ridosso del monumento dalle 20 alle 22 per evitare blocchi al traffico, anche se il servizio dei vigili sarà garantito per l’occasione.

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