Si sposta al Csm lo scontro tra le due Procure

Lunedì si discute del futuro delle toghe romane coinvolte nella fuga di notizie. La corrente di sinistra chiederà il trasferimento d’ufficio

Anna Maria Greco

da Roma

La Procura di Roma si riorganizza, ma Achille Toro non è facile da sostituire. Ora che l’aggiunto, indagato dai colleghi di Perugia, lascia le delicate inchieste sui santuari della finanza di fatto s’indebolisce il pool capitolino che, parallelamente a quello milanese, fruga nei misteri della scalata della Bpi ad Antonveneta e su quella di Unipol alla Bnl. Roma perde il coordinatore delle indagini, il grande esperto di reati finanziari, capace di leggere bilanci e movimenti di titoli, proprio mentre a Milano si allarga il gruppo di pm impegnati sulle stesse vicende, con l’arrivo di Carlo Nocerino. È lì, a quanto sembra, che deve rimanere il baricentro delle inchieste economiche. C’è chi già dice che gli inquirenti meneghini abbiano una chance in più di accentrare nelle loro mani tutte le inchieste bancarie, ora che a Roma riemerge lo spettro del «porto delle nebbie». I guai di Toro, collegati a quelli del magistrato Francesco Castellano, nascono dalle intercettazioni della Procura di Milano e adesso si aspettano le decisioni del Csm. Lunedì ne discuterà in prima commissione e il presidente Lanfranco Tenaglia ha già deciso di dare priorità alla vicenda.
Toro, numero due alla Procura di Roma dal 2003, per i quattro anni precedenti è stato consigliere a palazzo de’ Marescialli per la corrente maggioritaria Unità per la Costituzione, di cui da aprile è presidente. L’Anm commenta la sua decisione di lasciare le indagini sulle scalate bancarie come «un gesto opportuno che rasserena il clima». E gli amici di Unicost si dicono convinti che Toro chiarirà tutto. Ma la corrente di sinistra, Magistratura democratica, interviene duramente, liquidando come «doverosa» la decisione del pm e sollecitando un «rigoroso intervento nelle sedi competenti» per risolvere il problema della «credibilità dell’attività giudiziaria posta a rischio, a Milano e a Roma, dalla permanenza negli attuali incarichi di magistrati coinvolti nelle indagini penali». In pratica, si chiedono le teste di Toro e di Castellano (anche lui di Unicost). È facile prevedere che lunedì in commissione, il relatore Francesco Menditto (di Md) non chiederà solo un procedimento per il trasferimento d’ufficio di Castellano, ma anche l’apertura di una pratica su Toro. Saranno giorni di fuoco perché martedì il Csm dovrà invece decidere su una pratica che a Md sta molto a cuore, quella sul magistrato napoletano Libero Mancuso che rischia anche lui il trasferimento per frequentazioni discutibili. Forse è pensar male, ma le manovre correntizie potrebbero pesare sulla conclusione di ambedue le vicende. E a luglio ci saranno le elezioni al Csm. A Nello Stabile, consigliere Unicost a palazzo de’ Marescialli e per 10 anni presidente dell’Anm, non piace l’immagine di eterni duelli Roma-Milano.

«Ho apprezzato il gesto di Toro e mi auguro che ci sia un chiarimento al più presto. Non bisogna alimentare le contrapposizioni tra uffici. La magistratura romana la conosco bene ed è essenzialmente sana: è sbagliato rievocare il porto delle nebbie».

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