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Sicilia, il Pdl separato in casa in Aula: da un lato i «ribelli», dall'altro i «lealisti»

La nuova disposizione dei posti anti-pianisti all'Assemblea regionale ripropone visivamente le divisioni interne al partito, ormai spaccato sull'appoggio al governatore Lombardo. A fare da spartiacque tra le due fazioni l'Udc, che ha avviato una campagna contro il presidente

È, in teoria, solo la nuova disposizione in Aula con i posti assegnati, onde evitare il malvezzo dei pianisti che votano per più colleghi. Ma, in pratica, quella che si è realizzata adesso a Sala d'Ercole - l'Aula che ospita il parlamento siciliano - è la rappresentazione plastica delle divisioni interne che da mesi dilaniano il Pdl in Sicilia e che sono culminate in una vera e propria rottura con l'ultimo rimpasto della giunta regionale varato dal governatore Raffaele Lombardo: da un lato il Pdl che con Lombardo sta al governo, quello che fa capo al sottosegretario Gianfranco Micciché; al suo fianco l'Mpa, il partito del governatore; quindi l'Udc, che da partito di governo qual era nell'Isola è diventato ormai - fuori com'è da tutto - il più strenuo oppositore di Lombardo; e accanto all'Udc, appunto, il Pdl dei lealisti, alias i deputati della corrente che fa capo al ministro di Giustizia, Angelino Alfano, e al presidente del Senato, Renato Schifani.
In realtà, la nuova disposizione dei deputati all'Ars è figlia della mini-rivoluzione che ha, come scopo, quello di sconfiggere i pianisti. I posti sono assegnati. Si deve dunque votare dalla propria postazione e tenere pigiato il pulsante per una manciata di secondi, quindi è difficile lo scambio di favori tra colleghi.
Nei fatti però è stata realizzata fisicamente la divisione interna al Pdl. E anche l'appoggio, esterno solo sulla carta, che al Lombardo ter arriva dal Pd. I deputati democratici, infatti, occuperanno d'ora in poi gli scranni alla sinistra del presidente, e avranno accanto gli onorevoli della parte del Pdl che sostiene Lombardo e quelli dell'Mpa. Ruolo di spartiacque, si diceva, l'Udc, che con i lealisti del Pdl, in Sicilia, è all'opposizione. Proprio ieri il segretario regionale del partito, Saverio Romano, ha lanciato la campagna contro quella che ha definito la «squadra del ribaltone». Una dichiarazione che ha provocato la reazione irata non solo dell'Mpa, ma anche del Pd. E in serata, all'Ars, attraverso un ordine del giorno, è arrivata da lealisti del Pdl e Mpa una «censura» all'azione politica del presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo «tesa allo stravolgimento della volontà popolare per mera occupazione di potere». Insomma, la guerra è più che aperta.

E adesso si giocherà in Aula, sul filo del voto.

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