Sicilia tra violenza e storia Le foto di Letizia Battaglia

Alla galleria Bel Vedere una serie di scatti di vittime della mafia e della povertà

Marta Bravi

Una Sicilia violenta, desolante, vittima di una mafia che lascia senza fiato. Sono immagini forti, rese livide dalla tragedia, immortalata nella sua cruda essenza, le fotografie in bianco e nero firmate Letizia Battaglia, esposte da oggi fino al 26 marzo alla galleria Bel Vedere (via Santa Maria Valle 5, orario 13-20, dal martedì alla domenica).
Morti stecchiti per terra in un lago di sangue: «Era uscito per comprare i cannoli» recita la didascalia (Palermo 1976), «Ucciso mentre va in garage» (Palermo 1976) dice un’altra. E ancora: «Il giudice Cesare Terranova ucciso dalla mafia» (1979), «Il giudice Costa colpito dai killer mafiosi non è ancora morto» (1980), «I killer hanno appena colpito il presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella in auto con la moglie e la figlia» (1980). Questa la realtà agghiacciante cristallizzata dall’obiettivo della fotoreporter del quotidiano siciliano l’Ora.
A margine di questa Palermo, ce n’è un’altra, meno visibile, ma non certo meno tragica. È la Sicilia della miseria, che si consuma negli interni, nei tombini, nelle baracche. Una donna fissa con aria assente l’obiettivo, tiene in braccio un bebè, ai suoi piedi due bimbetti nudi. Si nota una fasciatura che avvolge il braccio del neonato, ma non è molto chiara, potrebbe essere la coperta rimasta impigliata. La didascalia dice quello che nessuno avrebbe mai voluto immaginare: «La notte il neonato piangeva. Ma lei era troppo stanca e il topo potè mangiargli indisturbato tutto il dito». C’è lo sgomento dipinto sul volto di un bimba dentro la sua casa che crolla, c’è un uomo morto che viene estratto da un tombino, «Per sfamare i suoi bambini rubava il rame dai tombini dell’Enel». Silenzio. Non c’è nulla da aggiungere.


E poi ci sono gli angeli, bambini, ma le bambine soprattutto come quella che compare alle spalle di un uomo affaccendato sulla sua ciotola o quella che mangia del pane per strada. Belle, lo sguardo intenso che tradisce un’età che va oltre quella anagrafica e che, forse, rievoca alla «Siciliana», Letizia Battaglia, la sua esperienza di mamma bambina.

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