Sicurezza rafforzata, ma vince il fatalismo

Claudia Passa

Il tam-tam a Roma e dintorni è iniziato subito, non appena le dimensioni e la dinamica della catastrofe londinese hanno reso evidente quel che fino all’ultimo s’era sperato non corrispondesse a realtà. Già, perché nonostante la parola d’ordine sia quella di evitare allarmismi e psicosi collettive, gli addetti ai lavori sanno che dopo l’attacco a Londra - paventato dalle ultime informative dei Servizi segreti proprio in concomitanza col G8 - si va assottigliando il margine di relativa tranquillità già compromesso dai ripetuti anatemi lanciati all’Italia dallo Sceicco del terrore e dai suoi colonnelli. E se fino ad oggi l’eccellente lavoro della nostra intelligence ha evitato che la Capitale divenisse teatro della medesima mattanza di Madrid e di Londra, il macabro «conto alla rovescia» fra i Paesi alleati degli Stati Uniti nell’intervento iracheno rende oggi più che mai pressante l’esigenza della sicurezza.
«Le misure di sicurezza sono state rafforzate - spiega al Giornale il prefetto di Roma Achille Serra -, c’è una grande attenzione. È stata convocata una riunione del comitato nazionale e a seguire riuniremo di nuovo anche il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. In quella sede assumeremo tutte le determinazioni del caso, ma è necessario sottolineare che ogni allarmismo è assolutamente ingiustificato, perché c’è una grande attenzione da parte di tutti».
In attesa delle disposizione della Prefettura, la società Met.Ro., che gestisce la rete metropolitana di Roma, ha stabilito di potenziare ventiquattr’ore su ventiquattro, e in tutte le stazioni, il servizio di sorveglianza privata che vigila sulla rete underground della Capitale. La chiamata alle armi permetterà un controllo continuo, nonché un’attenzione più vigile alle telecamere a circuito chiuso che dalle stazioni del metrò e dall’interno dei tram in corsa trasmettono le immagini in una centrale operativa ad hoc.
Misure di prevenzione più strette saranno adottate anche all’aeroporto di Fiumicino, dove appena tre giorni fa era stata effettuata un’esercitazione per simulare un attentato terroristico e testare i tempi di reazione. La simulazione è iniziata con due spari a salve, poi l’irruzione nella hall delle partenze internazionali, vicino alla zona di accettazione della compagnia israeliana El Al, di cinque (finti) terroristi armati di pistole e ordigni, che hanno preso in ostaggio altrettanti passeggeri. Immediato è scattato l’allarme, e nel Leonardo da Vinci si sono materializzati in pochissimi minuti una cinquantina di agenti fra reparti speciali antiterrorismo, Digos, Nocs, Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza, Esercito, artificieri, tiratori scelti, unità cinofile, supportati da vigili urbani, vigili del fuoco, pronto soccorso, e addetti alla sicurezza di Aeroporti di Roma.
Proprio a Fiumicino per il momento è stato disposto un controllo più rigido dei passeggeri e dei velivoli diretti a Londra. Un provvedimento che comunque non cambierà molto le procedure attualmente vigenti, giacché la capitale britannica era già stata inserita nella lista degli obiettivi «a rischio», quindi soggetti alla massima protezione. Dopo gli attentati di ieri, sarà più rigido il «body-check» sui passeggeri in procinto di imbarcarsi, mentre il controllo dei velivoli sarà implementato mediante l’impiego di cani anti-esplosivo.
Per i responsabili delle forze dell’ordine la giornata di ieri è dunque trascorsa fra vertici e conciliaboli. La città, dal canto suo, sembra aver reagito senza psicosi all’escalation di notizie in arrivo dall’Oltremanica. Nessun fuggi-fuggi dalle metropolitane e dagli autobus, nessun panico di massa. Le prime rilevazioni effettuate sui flussi lungo le linee di trasporto pubblico sotterraneo e di superficie non hanno fatto registrare flessioni significative come invece ci si sarebbe aspettato, e come avvenne nelle ore successive alla strage nella stazione di Atocha, a Madrid.
Una flessione si va invece registrando sul fronte delle partenze.

Se dalla Fiavet (Federazione italiana associazioni imprese di viaggi e turismo) fanno sapere che per eventuali cancellazioni si è in attesa di precise disposizioni dal ministero degli Esteri e del risultato di un monitoraggio sul tasso di «ripresa» della città di Londra e della sua rete di trasporti (della quale la estesissima metropolitana è una componente fondamentale), alle agenzie di viaggio laziali sono iniziate a pervenire le prime disdette per viaggi già programmati nella capitale britannica.
Paura per chi viaggia, dunque, ma non per chi resta, in una città cui quattro anni di allarmi hanno donato una buona dose di fatalismo.

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