Sigarette più care per pagare le pensioni e stop al condono per i manifesti abusivi

RomaSarà un rincaro delle sigarette a finanziare il pensionamento dei lavoratori «esodati», termine orribile per definire coloro che hanno firmato accordi di uscita anticipata dall’impiego in vista del pensionamento, ma che la riforma previdenziale del decreto «salva Italia» ha collocato in un limbo: niente salario o stipendio, e niente pensione. La questione è stata risolta solo parzialmente con una modifica al decreto «milleproroghe», sul quale ieri sera il governo ha posto la fiducia: si voterà stasera, mentre il varo finale del provvedimento è rinviato a martedì.
La norma approvata pone precisi limiti temporali. Le vecchie regole previdenziali «pre Fornero» varranno solo per chi ha risolto effettivamente il rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2011, e non per chi ha sottoscritto l’accordo entro fine anno, ma ha previsto l’uscita effettiva dopo tale scadenza. Una circostanza che, fra gli altri, riguarda circa 5mila dipendenti delle Poste che hanno firmato accordi collettivi per l’esodo. Inizialmente si pensava a un salvagente per tutti gli interessati, ma problemi di copertura finanziaria hanno provocato un restringimento della platea. I costi saranno coperti con il rincaro delle sigarette e non, com’era previsto, da un aumento dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori autonomi. Contro questa soluzione si è schierato, in particolare, il Pdl. L’aumento dell’accisa sulle sigarette, che sarà deciso nel dettaglio dai Monopoli, dovrà comunque garantire entrate per 15 milioni di euro nel 2013 e 140 milioni l’anno a partire dal 2014.
La distinzione fra «esodati di serie A e di serie B» non piace al Pd e alla Lega. Il capogruppo democratico in commissione Bilancio, Pierpaolo Baretta, auspica che una soluzione venga trovata nel corso del passaggio del decreto in Senato. Alla Camera sarà impossibile farlo, visto che sul testo del «milleproroghe» approvato in commissione il governo porrà la questione di fiducia.
Una seconda modifica approvata in commissione riguarda il rituale condono delle multe per i cartelloni politici abusivi. La sanatoria è saltata alla Camera, ma restano pur sempre le forche caudine del Senato. Vengono infine prorogate le provvidenze per 50 milioni l’anno a favore degli esuli italiani dalla Libia, scacciati da Gheddafi. Il governo aveva espresso parere contrario, per i soliti problemi di copertura finanziaria, ma è stato battuto in commissione: a favore hanno votato Pdl, Idv, Lega, Terzo polo e anche alcuni deputati del Pd.

A partire dal 2009 questa spesa è finanziata da un’aliquota minima (il 2 per mille) a carico delle grandi imprese che operano in Libia, prima fra tutte l’Eni. Proprio l’Eni si è rivolta alla magistratura contro questo prelievo, e secondo il governo questa circostanza rende a rischio la copertura.

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