Il signor Bublè? Bravo, simpatico e megalomane

Il cantante: "Pochi nel mondo al mio livello". E sul nuovo cd: "Sarò ricordato per questo"

Il signor Bublè? Bravo,  simpatico e megalomane

Roma - Arriva puntuale, sorride, «Happy Christmas», siede accanto all’albero di Natale del Bristol. Bel quadretto. Squilla il cellulare, messaggino: il disco è numero uno in Inghilterra! esulta composto, l’umore è alto. Niente male come entrata in scena per Michael Bublè, il Fiorello italiano. «Sapete, in Canada e in Inghilterra faccio le stesse cose di Fiore: canto, ballo, imito, mi piace scherzare, lui è più bravo, ma io canto meglio».
Bello, bravo, simpatico e un tantino megalomane. Bublè è in Italia per lanciare il disco natalizio Christmas. Classiconi e un inedito (Cold December Night) prodotti dal supercanadese David Foster, che con George Martin in pensione e l’incerto Alan Parsons è l’unica icona rimasta dietro al banco del mixer, mica uno qualunque. «Sì, David è il migliore, grazie a lui e a Humberto Gatica potrete ascoltare un disco davvero speciale». Michael apre il cuore: «Lo sapete, sono un sentimentale, ecco quando sarò morto vorrei essere ricordato per questo album, il mio testamento...». Nell’attesa che l’amplificatore si scaldi per bene torniamo all’attualità, Fiorello, a cui farà visita questa sera gratis (solo rimborso spese) nel «Più grande spettacolo dopo il week-end». Sai Michael, qui in Italia diciamo che Fiorello è il numero uno, che non si batte, e che riuscire a fare dieci milioni di spettatori il lunedì sera non è da tutti, che ne pensi?. «Non vorrei sembrare arrogante, ma conosco qualcuno al suo livello, e sono io». Bublè mette i paletti, non è più un ragazzino, ci vuole rispetto. «Abbiamo la stessa personalità e lo stesso humour, forse perché entrambi per dieci anni abbiamo lavorato in ambienti dove nessuno ci dava due lire, in navi da crociera zeppe di ciccioni intenti a strafogarsi e a bere alcolici, una tristezza!». Anni bui, poco gloria e cibo scarso, un dramma per quel mangione di Bublè. «Dopo anni in posti luridi non avremmo mai immaginato che sarebbe venuto fuori qualcosa del genere per tutti e due. Ne abbiamo fatta di gavetta prima di avere successo. Ora viaggio in 45 Paesi all’anno, la settimana prossima sarò in Scandinavia, fondamentalmente siamo due simpatici idioti». Sì, simpaticissimi, ma che farete di bello? «Non lo so ancora. Di solito prepariamo tutto all’ultimo minuto, improvvisiamo. Comunque ci sono sei, sette brani tra cui sceglierò, ci divertiremo».
Ora è un’altra musica, Bublè, bravo professore, sale in cattedra. «In Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada sono un presentatore televisivo, attore, cantante e entertainer, proprio come Fiorello. Non credo che ci siano tante altre persone al mondo come noi». Sì, daccordo, ma ce la dai una soddisfazione nazionale? «Non credo che il successo straordinario e il denaro lo abbiano cambiato, Fiorello è un grande». Meglio ora.
Bublè va alla grande, ma quando gli parli del nuovo disco diventa piccolo piccolo. Foster è come Dio e - assieme al suo Bocelli - lo guarda dall’alto. «Vi è piaciuto il mio White Christmas con Shania Twain? E il singolo Cold Dicember Night? Beh, in realtà ho fatto poco, mi sono limitato a cantarlo». A lui, cresciuto a pane e Bing Crosby, il Natale è sempre piaciuto. Ogni anno ci saranno cento album di canzoni di Natale, c’è concorrenza, io però l’ho presa molto seriamente». Nel disco c’è All I want for Christmas is you, l’ex tormentone festaiolo di Mariah Carey, con un dolce arrangiamento tutto basso e piano, una bella versione, meno fracassona dell’originale, la canterai domani sera?. «Forse, ci ho messo un velo di malinconia, le feste la mettono sempre un po’». Questo è il primo Natale da sposato, lo trascorrerà in Canada con la moglie argentina di origini italiane, come lui, Luisana Lupilato, modella e attrice di serie tv: «Abbiamo trascorso la luna di miele in Italia, nell’intimità, solo noi due e i paparazzi. Abbiamo fatto un salto a Milano e a Venezia, passando tutto il tempo a mangiare troppo e fare l’amore».

Christmas è la sua rivincita dopo lo scialbo ep Let it snow del 2007. «Non volevo farlo, era troppo presto, fondamentalmente era karaoke. Ho discusso col presidente della Warner, che insisteva. Secondo lui la mia sarebbe stata una carriera breve. E invece...».

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