RomaDavanti al gruppetto di senatori riuniti a cena a Palazzo Grazioli mercoledì sera, Berlusconi è piuttosto ciarliero. Barzellette (anche su Bocchino), canzoni, il video con le imitazioni di Tremonti, Bondi e Cicchitto ad opera di Baldelli, l’Inter in tv (con annesso brindisi perché «in Europa faccio sempre il tifo per le squadre italiane») e ovviamente il capitolo Fini. Sul quale il Cavaliere non nasconde la sua delusione. Dopo l’intervento in Direzione - spiega ai presenti - mi sono «dovuto sedere» alcuni minuti perché ci sono rimasto male «dal punto di vista umano» visto che davvero «non mi aspettavo tanto livore». Come con l’episodio del Duomo, aggiunge, perché «io non ho mai fatto male a nessuno e invece guardate cosa è successo», mi sono preso una statuetta in faccia che per poco non mi uccideva. Non mi vergogno di dire - chiosa - che quella sera in ospedale ho pianto».
Ora, c’è solo da capire quando e come ci sarà la rottura. Anche perché, spiega ai presenti, il posto di delfino Fini se l’è ormai giocato e non per colpa mia. Non sarò io a decidere la successione - aggiunge - ma il partito in maniera democratica. Il problema è che con i suoi continui controcanti si è inimicato tutti gli ex di Forza Italia e molti ex di An. Partita chiusa, dunque. Perché il presidente della Camera ha una strategia chiara: punta prima a fare una corrente - dice il premier - e poi a costituire gruppi autonomi. Il Cavaliere, insomma, è deciso ad andare avanti e arrivare a mettere Fini nella condizione di scegliere se allinearsi o no alla maggioranza. Nonostante le rassicurazioni dei senatori ex di An presenti alla cena. «Gianfranco - dicono - non è un pericolo e alla fine non farà imboscate. Come ha sempre fatto ai tempi dell’Msi sacrificherà i suoi fedelissimi pur di ottenere un accordo che gli stia bene». Ma il problema per Berlusconi non è tanto questo, quanto il rischio concreto che il governo debba subire continui sabotaggi. Con il Paese - dice - che assiste a una maggioranza «ridicolizzata» dalle polemiche interne e Fini che, grazie al suo ruolo, sta tutti i giorni in tv. Ci va da presidente della Camera - insiste - ma parla solo da politico.
E che il termometro sia in continua salita, lo conferma la giornata di ieri. Con le dimissioni di Bocchino («un guappo arrogante», «strafottente» e «insolente» dice ai senatori il premier) e la successiva polemica a distanza tra il finiano e il Cavaliere. Che rispetto alla sera prima è decisamente di altro umore, perché - ripete ai suoi - con quello che sta succedendo in Grecia e i problemi che abbiamo è assurdo che io debba perdere il mio tempo perché quattro gatti vorrebbero fare una corrente. Invece, spiega, sono alle prese con «tutte queste beghe», compreso il gruppo della Camera che «non funziona». Mercoledì, aggiunge, mentre Cicchitto era a registrare Porta a Porta e Bocchino chissà dov’era ovvio che si andasse sotto. Ed è proprio mentre elogiava la tenuta dei senatori che mercoledì sera è apparso a Palazzo Grazioli La Russa anticipando le dimissioni irrevocabili di Bocchino. «Fini non vuole andare alla conta - dice il coordinatore del Pdl - e dunque confermerà le dimissioni». Solo perché - è la chiosa del Cavaliere - su Bocchino sono divisi pure i finiani e molti non l’avrebbero votato. Poi, ragiona con i suoi, le dimissioni di Bocchino dimostrano che Fini non conta più niente.
Finisce così, ma con Bocchino che attacca pubblicamente Berlusconi che «ha chiesto la mia testa». E affonda citando il motto delle Br «colpirne uno per educarne cento»: «Al telefono mi disse “io ti infilzo”». Ricostruzione che a Palazzo Grazioli smentiscono categoricamente, anche se certo la telefonata con cui il premier lo invitava a non partecipare a Ballarò per evitare la rissa con Bondi (anche lui in studio) non deve essere stata delle più tranquille. Ma - spiega il premier ai suoi - avevo tutto il diritto di chiedere al vicecapogruppo vicario di non andare in tv a sostenere posizioni che rappresentano solo una piccola minoranza del partito.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.