Dalle "pratiche barbare", contrarie ai diritti dell'uomo, all'aperto sostegno ad al Qaida. Gli Usa si scagliano contro Teheran e accusano il governo iraniano di appoggiare apertamente la repressione in corso in Siria. A detta di Washington l'Iran, e soprattutto il ministero dell'Intelligence e della Sicurezza del Paese, violerebbero "i diritti dell’uomo fondamentali dei cittadini iraniani", esportando "le sue pratiche barbare per sostenere l’odiosa repressione del regime siriano contro la sua popolazione".
Il Dipartimento del Tesoro americano, che ha annunciato una serie di sanzioni contro il ministero iraniano, accusa anche il Paese di offrire il suo "sostegno a gruppi terroristici, tra cui Al Qaida, Al Qaida in Iraq, Hezbollah e Hamas". Accuse sostenuta anche da James Clapper, numero uno dell'intelligence statunitense.
Condanne contro la Siria sono arrivate anche dall'Assemblea generale dell'Onu, che ha adottato una risoluzione di condanna della repressione, già costata la vita a 6.000 persone. Le richieste dell'Onu vanno nella direzione di una cessazione degli attacchi contro i civili e di un controllo più stretto della Lega araba, che garantisca una transizione democratica.
"È essenziale che il mondo parli con una sola voce per chiedere la fine del bagno di sangue in Siria e risolvere la crisi pacificamente", ha commentato Ban Ki-moon, segretario generale dell'Onu, plaudendo all'approvazione della risoluzione di condanna, auspicando che Assad accolga le richieste delle Nazioni Unite.
Continua il bombardamento su Homs
Le forze governative siriane continuano a colpire la città di Homs, nella Siria centrale. Omar Homsi, attivista locale, ha denunciato nuovi "pesanti cannoneggiamenti", definiti i più "gravi degli ultimi 13 giorni". Molti edifici, come dimostrano anche video diffusi nelle ultime ore, sarebbero distrutti o in procinto di crollare (video - video 2).
Muore inviato del NYT
Anthony Shalid, tra i principali inviati del New York Times, è morto in Siria.
La causa del decesso sarebbe un semplice attacco d'asma, provocato probabilmente dai cavalli utilizzati dalle guide che accompagnavano il cronista nel suo reportage.Shalid, in Siria da due settimane, aveva vinto due Pulitzer per la sua copertura del conflitto iracheno. Nello scorso marzo era stato catturato e tenuto in ostaggio dalle truppe di Muammar Gheddafi per sei giorni.
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