Politica

Smettiamola di trattare gli animali da uomini

Antropomorfizzazione. Si fa prima a spiegare che a leggere. Si dice di chi attribuisce facoltà e capacità umane agli animali. Un esempio recente e famoso è il polpo Paul, accreditato di capacità divinatorie che, pur non essendo ancora scientificamente provate nella specie umana, sono comunque accettate per individui del tutto (...)
(...) eccezionali, tanto che vari corpi di polizia si avvalgono delle loro prestazioni. Se dunque è molto dubbio che l'uomo possa emettere profezie o avere visioni realiste, è fuor di dubbio che un polpo o un cane o qualunque altro animale possa avere virtù divinatorie vere e proprie, almeno per quanto ci è dato sapere fino a oggi. Su terremoti, tsunami e altri eventi atmosferici inusuali, come è noto, vi sono molti studi contrastanti tra loro, ma la comunità scientifica è ancora contraria ad accettare anche valutazioni di questo tipo per i nostri «fratelli minori».
Fino a qualche tempo fa l'antropomorfismo era ben tollerato e quasi favorevolmente visto, sia dalle correnti filosofiche che da quelle etologiche, almeno per quanto concerne quelle divulgative. Sicuramente l'attribuzione di figure umane a dei ed esseri divini nasce nell'età in cui l'uomo inventa i miti. Si può quasi affermare dunque che nasca con l'uomo stesso. Gli dei, ancor più degli animali, diventano esseri capaci di intendere e volere, come l'uomo appunto. Un gradino sotto gli animali che, visti inizialmente come prede o soggetti utili per la caccia e la pastorizia, arriveranno ad affascinare l'uomo. E quando subentra il fascino, subentra lo studio e la voglia di conoscenza. Gli animali dei cartoni di Walt Disney, parlano, ridono, piangono, esattamente come un essere umano e il loro successo si può dire che sia planetario. Il papero sfortunato (Paperino), il cane dalle lunghissime orecchie svanito e generoso (Pippo) il topo razionale e saccente (Topolino) sono entrati, attraverso libri e tv, nelle case di ogni meridiano e parallelo.
La storia ormai ci insegna che trattare gli animali alla stregua di esseri umani è un tragico errore che comporta serie conseguenze per gli uni e gli altri. Siamo noi a doverci sforzare nel capire il loro linguaggio, nel cercare di interagire con loro, nello stabilire regole di comportamento che non gli creino nocumento, inculcandogli comportamenti «umani». Oggi ci sono salutisti sempre a dieta ferrea e palestrati dall'alluce alle orecchie che pretendono di assoggettare gatti nei cani a diete iperproteiche e prive di grassi. Se si pensa che un gatto necessita, nella sua alimentazione, di oltre il 50% di grassi, si può immaginare quali danni (fino alla cecità o alla morte) si possano provocare con diete «umane». Non è difficile vedere questi soggetti correre in bicicletta a 40°, trascinando dietro cani con un filo di grasso in più e una lingua lunga due metri! Un vero e proprio maltrattamento da sanzionare duramente.
Un'associazione animalista inglese, proprio in questi giorni, ruba coniglietti nani nei giardini delle ville restituendoli ai loro boschi e alle loro tane e spezzando il cuore a bambini che, al ritorno da scuola, non trovano più il loro amato pet. Trovano un biglietto con scritto «Questa è crudeltà contro gli animali. I conigli non vanno tenuti in gabbia, ma nell'ambiente selvatico a socializzare tra loro».


Atto sommamente crudele anche questo che però fa riflettere se non sia opportuno che cani, gatti, conigli e compagnia bella non debbano essere trattati un po' più come tali e non come bambini viziati.

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