Dopo lo smog anche il rumore è colpa della Moratti

Prima lo smog, ora il rumore. Esposto dopo esposto, e per l’insistenza dei vari comitati di cittadini, residenti e consumantori, negli ultimi tempi sulla scrivania di Letizia Moratti arrivano gli avvisi di garanzia più inattesi. L’ultimo: omissione in atti d’ufficio per il caos delle ore piccole all’Arco della Pace. Movida selvaggia, la chiama chi abita a due passi dal parco Sempione. Vita notturna, per i molti che la frequentano. Tant’è, la Procura ha iscritto la Moratti nel registro degli indagati («un atto dovuto a tutela del sindaco», spiega il pm Alfredo Robledo, titolare del fascicolo) in seguito alla denuncia presentata a luglio dall’associazione Proarcosempione, già titolare di una diffida contro il Comune in cui si chiedeva un intervento per limitare la confusione dovuta alla presenza dei locali. Stessa denuncia anche a carico dell’ex assessore al Traffico e alla mobilità Edoardo Croci.
Prima dell’esposto, l’associazione aveva presentato una diffida chiedendo a Palazzo Marino un intervento per limitare il rumore notturno. Era marzo. Ma «poiché non ci è arrivata nessuna risposta e gli assessori si rimbalzavano l’un l’altro le responsabilità - spiegano ora da Proarcosempione - abbiamo deciso di investire la Procura della vicenda». Nella denuncia, datata 16 luglio 2009, si spiega che il sindaco e l’ex assessore «non hanno preso provvedimenti efficaci per tutelare persone e strutture del quartiere che circonda l’Arco della Pace dal degrado e dall’inquinamento acustico. Fenomeni che derivano dalla massiccia presenza serale e notturna di persone attirate dalla grande quantità di locali aperti in pochi anni nella zona, un tempo prettamente residenziale». A riprova delle «doglianze», i residenti avevano portato «la perizia acustica dalla quale risultano largamente superati i livelli di inquinamento acustico previsti dalla legge, incidendo sul diritto al riposo dei cittadini e ledendo il diritto alla tutela della salute». «Dai valori rilevati - si legge nel documento - emerge che il limite di 3 decibel sul rumore di fondo è stato superato». Inoltre, si denunciava «la mancata adozione del “piano di zonizzazione acustica, strumento essenziale nella lotta al rumore nella quale i Comuni giocano il ruolo principale». E «il Comune di Milano - insistevano i residenti - non ha adottato alcuna normativa in materia, contravvenendo ad un obbligo di legge». Insomma, niente Ztl e nemmeno la chiusura dei locali a mezzanotte, come chiedevano gli abitanti del quartiere.
Ancora una grana, quindi, per il sindaco.

Che, poche settimane fa, era stata iscritta nel registro degli indagati (assieme al governatore Roberto Formigoni e al presidente della Provincia Guido Podestà) per non aver messo in atto politiche utili a contrastare lo smog. Anche lì, un avviso di garanzia che era «atto dovuto». Come in questo caso. Che se non si trattasse di rumore, passerebbe in sordina. E infatti, la replica della Moratti è «un composto silenzio».

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