da Milano
Non vi sono certezze in merito al fatto che Snia sia in grado, in futuro, di generare flussi di cassa in misura tale da poter rimborsare le proprie obbligazioni pecuniarie o da poter effettuare gli investimenti programmati dal piano industriale. «Laddove la società non fosse in grado, in futuro, di generare sufficienti flussi di cassa per far fronte al proprio indebitamento, incluso il prestito, potrebbe essere necessario procedere ad un rifinanziamento, totale o parziale, del debito ovvero alla cessione di alcune attività» si legge infatti nel prospetto informativo relativo all'aumento di capitale di Snia da 20,2 milioni di euro e all'emissione del bond convertibile da 40,35 milioni che dovrebbe consentire al gruppo chimico il rilancio della controllata Caffaro. Il titolo in seguito alla comunicazione ha perso ieri il 2,47% in Borsa.
Inoltre, si legge nel prospetto pubblicato ieri, non vi è certezza che un rifinanziamento del debito o che l'eventuale cessione di attività possano essere realizzati a condizioni tali e nei termini utili per poter far fronte all'indebitamento e, in particolare, al rimborso del bond. L'offerta complessiva, aumento di capitale ed emissione di prestito obbligazionario convertibile prevede appunto una raccolta complessiva di risorse finanziarie per circa 60 milioni di euro. La sottoscrizione del 50% dell'ammontare è garantita formalmente dagli attuali soci di Snia, divenuta peraltro contendibile recentemente in seguito allo scioglimento di Bios, anche se non è previsto un consorzio di garanzia del collocamento. Alla ricapitalizzazione dovrebbero infatti partecipare tutti i principali azionisti: dalla Hopa di Emilio Gnutti, che detiene il 20,36%, a Interbanca (11,25%), Monte Paschi (6,47%) e Unipol (3,65%).
Nessuno degli attuali soci, si trova in posizione di controllo. Il prospetto relativo all'operazione precisa inoltre che non è prevista l'assegnazione di rating nè all'emittente, nè al prestito convertibile da 40,3 milioni di euro.
Nel documento si informa inoltre che lo scorso 9 dicembre è stato conferito a Interbanca (che come riferito sopra è azionista di Snia) l'incarico per negoziare l'eventuale cessione di Nylstar (joint venture con il gruppo francese Rhodia) e Polimer Iberia «anche in relazione alla natura non più strategica delle partecipazioni». Nylstar (produzioni fili di nylon) è uno dei due maggiori «cespiti» di Snia insieme alla Caffaro. I conti della Nylstar sono in fase di miglioramento e agli advisor Bnp e Interbanca sarebbero arrivate offerte. Va però aggiunto che i conti della Snia nel 2004 sono stati pesanti, con una perdita che ha toccato i 165 milioni, superiore al fatturato. Il bilancio evidenziava un patrimonio netto di 122 milioni. Senza contare che la Rhodia ha azzerato nel suo bilancio la partecipazione in Nylstar.
Il periodo dell'offerta, come già reso noto, è compreso fra il 6 e il 24 giugno prossimi e le azioni in offerta avranno un prezzo unitario di 0,085 euro, i warrant sono abbinati gratuitamente e le obbligazioni saranno offerte alla pari (0,085 euro).
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